Cavalleria rusticana è una novella di Giovanni Verga, che fa parte della raccolta Vita dei campi, pubblicato per la prima volta nel 1880.

 

Riassunto

Quando Turiddu Macca torna dal servizio militare, viene a sapere che la sua amata Lola si è fidanzata con un carrettiere di nome Alfio. Quest’ultimo è un uomo abbastanza ricco, con “quattro muli in stalla”, mentre la povera madre di Turiddu ha dovuto vendere l’unico mulo che aveva.

Corroso dalla gelosia, in un primo momento prova il desiderio di accoltellare il carrettiere, ma poi sfoga la sua rabbia recandosi spesso sotto la finestra della ragazza a cantare canzoni di sdegno.

Una volta incontra Lola, con la quale ha una breve conversazione, e capisce che la ragazza non ricambia il suo sentimento ed è seriamente intenzionata a sposarsi con Alfio. Turiddu finge indifferenza ma dentro di sé non riesce a superare l’affronto e rimugina su qualche forma di vendetta.

Quando Lola si sposa col carrettiere, Turiddu riesce a farsi assumere come guardiano dei campi da massaro Cola, un coltivatore di vigne che abitava proprio di fronte alla casa di Lola e Alfio. Massaro Cola ha una figlia, di nome Santa, e Turiddu comincia a corteggiarla. Ogni sera parla con lei alla finestra e la lusinga con mille attenzioni e parole dolci. Le conversazioni vengono ascoltate da Lola, che rimane nascosta dietro una pianta di basilico, e che a sentire quelle parole diventa rossa dall’invidia.

Una sera Lola non riesce più a resistere e chiama Turiddu, lamentandosi con lui del fatto che non va più a trovarla. Così i due riprendono a frequentarsi, e lo fanno in modo evidente. Santa chiude la porta a Turiddu e quando Alfio, che era in giro per le fiere, ritorna a casa, gli dice che sua moglie lo tradisce.

Così un giorno, alla vigilia di Pasqua, mentre Turiddu mangia con gli amici in osteria, Alfio entra e gli dice che lo aspetta il giorno dopo nei fichidindia della Canziria, e si scambiano il bacio della sfida.

L’indomani Turiddu si reca all’appuntamento portandosi dietro il suo coltello a molla. Quando la sfida inizia, Turiddu prende una coltellata nel braccio, ma riesce subito a restituirne una nell’inguine dell’avversario.

Alfio a tradimento lancia una manciata di polvere negli occhi dell’avversario che non riesce più a difendersi, e subisce una coltellata allo stomaco e una alla gola. Turiddu annaspa per un po’ tra i fichidindia e poi cade di peso per terra, con il sangue che gorgoglia dalla gola.

 

 


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