Nomi maschili e femminili nella grammatica italiana

 

A differenza dell’inglese e di altre lingue, in italiano tutti i nomi (chiamati anche sostantivi) sono maschili o femminili. Quindi i nomi hanno un genere. Si tratta comunque di una categoria grammaticale che corrisponde al sesso solo nel caso di persone o animali. Per gli oggetti, le cose, le astrazioni, non esiste una spiegazione che giustifichi il loro genere. Ad esempio, perché parole come sera, luna, foglia, realtà, soddisfazione sono parole femminili, mentre giorno, sole, albero, respiro, umore sono parole maschili?

Per gli studenti di italiano anglofoni questo può essere un problema, perché non esistono regole precise per individuare il genere di ogni sostantivo, per poi poterlo concordare con gli altri elementi della frase. A volte, quando non si conosce il genere di un sostantivo, si può consultare il dizionario, che di solito riporta il genere con abbreviazioni come s.m. (sostantivo maschile) e s.f. (sostantivo femminile).

Vediamo adesso alcune caratteristiche dei sostantivi che possono aiutare a identificare il genere.

 

1) I nomi che terminano in -o sono quasi tutti maschili. Le eccezioni sono veramente poche:  la mano la libido, la dinamo. Altri sostantivi sono abbreviazioni di nomi femminili più lunghi, come per esempio: la foto (fotografia), la moto (motocicletta), l’auto (automobile), la radio (radiotrasmittente), la metro (metropolitana), la flebo (fleboclisi).

 

2) I nomi che terminano in -a sono per la maggior parte femminili. Tuttavia quelli maschili non sono pochi. Fra questi ritroviamo:

- sostantivi di origine greca, molti dei quali sono termini tecnici o scientifici, che terminano in -gramma, -ema, -oma, -gma-isma come:

  • il telegramma, il diagramma, il programma, il fotogramma, l’istogramma;
  • il teorema, il grafema, il problema, il sistema, il poema, il diadema;
  • il glaucoma, il sarcoma, l’idioma, il genoma, l’aroma;
  • l’enigma, il dogma, il magma, il sintagma, il sigma.
  • il prisma, lo scisma, il carisma, il sisma, il sofisma, il cataclisma;

- nomi che terminano con lo scià, il babà, il sofà, il baccalà, il lillà, l’aldilà, il papà;

- alcuni nomi di animali: il boa, il puma, il cobra, il gorilla, il koala, il panda, l’alpaca, l’impala.

 

 

3) I nomi che finiscono in -e possono essere sia maschili che femminili:

sono maschili: il padre, l’attore, il padrone, il leone, lo studente, il re;

sono femminili: la madre, la moglie, la notte, la chiave, la fame, la nave;

 

In genere sono maschili:

  • i nomi che finiscono in -ore: il dolore, il fiore, il calore, il cuore, l'amore, il colore, il pudore, il pastore, il pittore, il dottore,
  • i nomi che finiscono in -ale: il canale, il capitale, il locale, il funerale, il male, il maiale, il manuale, il minerale, lo scaffale, il settimanale, il sale, il segnale, il totale (Eccezioni: la finale, la morale, la tangenziale);
  • i nomi che finiscono in -ile: il campanile, il canile, il civile, il combustibile, il cortile, il fucile, il mensile, il mobile, il sedile, il vigile;
  • i nomi che finiscono in -one ad eccezione di quelli che finiscono in -zione, -sione, -gione: il barone, il furgone, il bastone, il cannone, il carbone, il cartone, il girone, il leone, il limone, l’ombrellone, il pallone, il peperone, il salmone, l’arancione, il piccione, lo striscione.

 

In genere sono femminili tutti i sostantivi che terminano in -sione, -zione, -gione, -ie:

  • la persuasione, l’occasione, la decisione, la lesione, la propulsione, la televisione;
  • la situazione, l’azione, la perturbazione, l’intossicazione, la porzione, la lozione;
  • la religione, la prigione, la regione, la ragione, la stagione, la cagione;
  • la moglie, la specie, la carie, la serie, la progenie, la superficie;

 

I tre gruppi di sostantivi finora descritti rappresentano circa il 93% del totale.

Ne rimangono ancora alcuni:

1) nomi che terminano in -i, generalmente femminili, come: la crisi, l’analisi, la tesi, l’antitesi, la sintesi, l’ipotesi, la metropoli;

2) qualche nome che termina in -u, sia maschile che femminile, come: la gru, lo gnu, la virtù, il tabù, la tribù.

3) nomi che terminano con una consonante: si tratta in genere di termini latini o greci, oppure di lingue straniere.

Alcuni terminano in -s e sono quasi sempre maschili: il ribes, l’eros, il pathos, il lupus, il gas, il mais, il lapis, l’iris, il bus, il caos, il bios.

Per quanto riguarda invece i prestiti dall’inglese la scelta del maschile o del femminile avviene per analogia con la traduzione in italiano, come per esempio: la band (la banda), la star (la stella), la connection (la connessione), la holding (l’impresa), il mouse (il topo), il monitor (lo schermo), il chip (il circuito elettronico).

In alcuni casi il genere può oscillare, soprattutto quando il termine è entrato da poco nella lingua italiana.

 

 

I nomi degli essere animati (persone e animali), possono avere una forma maschile e una femminile.

Distinguiamo i seguenti casi:

 

1) Il femminile prende la desinenza -a

amico - amica, signore - signora, zio - zia, bambino - bambina, ragazzo - ragazza, nonno - nonna, suocero - suocera, cameriere - cameriera, infermiere - infermiera, parrucchiere - parrucchiera, gatto - gatta.

 

2) Il femminile prende il suffisso -essa

avvocato - avvocatessa, professore - professoressa, studente - studentessa, poeta - poetessa, dottore - dottoressa, principe - principessa, duca - duchessa, barone - baronessa,  campione - campionessa, leone - leonessa, elefante - elefantessa.

 

3) Il femminile prende il suffisso -trice (solo quando il maschile finisce in -tore)

direttore - direttrice, scrittore - scrittrice, truccatore - truccatrice, peccatore - peccatrice, disturbatore - disturbatrice, predatore - predatrice.

 

4) Il femminile è del tutto diverso dal maschile

uomo - donna, maschio - femmina, padre - madre, marito - moglie, fratello - sorella, genero - nuora, celibe - nubile, scapolo - zitella, frate - suora, re - regina, eroe - eroina, zar - zarina, dio - dea, abate - badessa, porco - scrofa, cane - cagna, bue - mucca, cavallo - giumenta, montone - pecora, gallo - gallina.

 

5) Nomi invariabili

Il maschile e il femminile sono uguali. Di solito sono nomi che terminano in -ante, -ente, -ista, -cida, -iatra.

insegnante, cantante, artista, pianista, regista, farmacista, omicida, suicida, pluriomicida, psichiatra, odontoiatra, pediatra.

In questo caso comunque gli elementi della frase devono concordare con il genere.

Il mio insegnante è molto bravo - La mia insegnante è molto brava

Il pianista tedesco si è esibito - La pianista tedesca si è esibita.

 

6) Nomi di animali con un solo genere.

La maggior parte dei nomi di animali ha una sola forma sia per il maschile che per il femminile. In questo caso il genere del nome è una categoria puramente grammaticale. Per specificare il sesso bisogna aggiungere maschio o femmina dopo il sostantivo. Ad esempio:

La giraffa maschio - La giraffa femmina

Il delfino maschio - Il delfino femmina.