La storia del "Barone Rampante" di Italo Calvino si svolge nel Settecento. A raccontarla è Biagio, il fratello minore del protagonista Cosimo Piovasco di Rondò. Quest’ultimo è un giovane nobile di Ombrosa, in Liguria, che, a dodici anni, durante un pranzo familiare, viene servito un piatto di lumache, ma il giovane rifiuta di mangiarlo. Questo rifiuto diventa oggetto di una disputa con il padre, il quale insiste affinché il ragazzo obbedisca e mangi ciò che gli è stato servito.
Il confronto si intensifica, trasformandosi in un conflitto che va oltre il semplice rifiuto del cibo. Diventa una questione di autorità, obbedienza e rispetto delle regole familiari e sociali.
Cosimo reagisce con un atto di ribellione estremo. Lascia il tavolo, esce di casa e si arrampica su un albero nel giardino di famiglia. In quel momento giura di passare il resto della sua vita sugli alberi. Questa decisione non è un semplice sfogo momentaneo; Cosimo, infatti, passa il resto della sua esistenza negli alberi, muovendosi tra rami e foglie, boschi e foreste, costruendo su essi la sua quotidianità.
Cosimo incontra Viola, un’altra giovane dell’aristocrazia, e nasce un sentimento profondo tra i due. Tuttavia, Viola parte per il collegio, lasciando Cosimo ad affrontare da solo il suo singolare stile di vita. Il mondo visto dall’alto degli alberi si rivela ricco di esperienze e incontri. Cosimo diventa un personaggio popolare tra gli abitanti locali, apprezzato e rispettato, e instaura un legame speciale con un cane, Ottimo Massimo, che si rivelerà essere stato un tempo l’animale domestico di Viola.
Cosimo, mentre vive sugli alberi, si imbatte in molte avventure che contribuiscono alla sua crescita e maturazione personale. Inizialmente, stringe amicizia con i ragazzi del luogo, partecipando ai loro giochi e condividendo momenti di ingenuità e scoperta. Queste relazioni gli permettono di mantenere un legame con il mondo umano e di avere una sorta di normalità nella sua insolita esistenza.
Incontra poi Gian de' Brughi, un bandito temuto dalla gente del luogo. Tra i due si sviluppa un rapporto particolare, fatto di scambio e comprensione reciproca. Cosimo legge per lui, compensando l'analfabetismo del bandito e condividendo momenti di cultura e riflessione.
Il percorso di crescita di Cosimo è anche marcato dall'apertura verso il mondo della filosofia. Entra in contatto epistolare con il filosofo Voltaire, un’esperienza che arricchisce notevolmente il suo pensiero e la sua visione del mondo, dandogli nuove prospettive e stimoli intellettuali.
Le avventure che vive sono varie e ricche di azione e di insegnamenti. In una circostanza, si trova a combattere contro pirati turchi, mostrando coraggio e determinazione. In un altro momento, assiste nobili spagnoli che, come lui, hanno deciso di vivere sugli alberi, condividendo e comprendendo le ragioni e le sfide di questa scelta di vita.
Cosimo dimostra anche un forte senso di responsabilità e cura verso l'ambiente in cui vive, organizzando un corpo di vigili del fuoco. Questa iniziativa è volta a proteggere il bosco, il suo habitat, assicurandosi che sia salvaguardato dalle minacce delle fiamme e degli incendi, preservando così la sua casa e l'equilibrio naturale del luogo.
Viola ritorna dalla sua educazione in collegio, ravvivando il cuore e le speranze di Cosimo. Tuttavia la loro relazione si complica e alla fine Viola decide di sposare un altro uomo, un nobile inglese. Le vicende storiche, come la Rivoluzione francese e l’ascesa di Napoleone Bonaparte, permeano la narrazione, influenzando la vita del protagonista e del contesto che lo circonda.
Cosimo, pur avanti con gli anni e molto provato dalla vita trascorsa tra i rami, persiste nel suo impegno di non toccare mai il suolo. Nei suoi ultimi momenti, di fronte al passaggio di una mongolfiera, Cosimo intraprende un’ultima avventura: si aggrappa all’ancora del velivolo e sparisce all’orizzonte per poi gettarsi in mare.