La novella "La Roba" è tratta dalla raccolta "Vita dei campi" scritta da Giovanni Verga, uno dei massimi esponenti del verismo italiano, pubblicata nel 1880. Questo racconto esplora l'ossessione e l'attaccamento dell'uomo alle sue proprietà terrene attraverso la figura di Mazzarò.

 

Riassunto

Il racconto ruota intorno alla figura di Mazzarò, un contadino siciliano, e la sua ossessione per la terra e la ricchezza materiale. Nella vasta Piana di Catania, dove campi, vigneti, uliveti e fattorie si estendono fino a dove l'occhio può vedere, ogni pezzo di terra e ogni coltura appartengono a lui. Le persone locali riconoscono il suo dominio, e chiunque passi per quella zona, indipendentemente dalla direzione o dall'ubicazione, sente dire che tutto ciò che vede è "roba di Mazzarò".

Ma chi è Mazzarò? Alcuni potrebbero immaginare un personaggio imponente, data l'ampiezza dei suoi possedimenti. Ma Mazzarò è in realtà un uomo piccolo con una grande pancia, noto per la sua parsimonia estrema. Nonostante la sua ricchezza, si concede solo piccole quantità di pane e formaggio, preferendo di gran lunga accumulare risorse piuttosto che godersi i piaceri della vita.

La storia racconta la sua ascesa: da umile lavoratore agricolo, maltrattato e sottopagato, Mazzarò ha usato l'astuzia, la tenacia e una determinazione indomabile per costruirsi un impero. Ha lavorato sodo sotto il sole cocente e la pioggia battente, dedicando ogni momento della sua esistenza all'accumulo di proprietà e ricchezza. Col tempo, la sua influenza si è estesa, fino a diventare più potente del barone che un tempo possedeva gran parte delle terre della zona.

Mentre il barone era trasandato nella gestione delle sue proprietà, Mazzarò era attento e meticoloso. Veniva inaspettatamente per controllare i lavori nei campi, assicurandosi che ogni coltura venisse curata e ogni risorsa sfruttata al massimo. E così, lentamente, Mazzarò ha acquisito le terre del barone, pezzo dopo pezzo, grazie alle sue abilità negoziali e alla sua capacità di sfruttare ogni opportunità.

Tuttavia, la sua ossessione per la "roba" ha un prezzo. Mentre la gente lo ammira e lo invidia per la sua fortuna, molti non comprendono le privazioni, le menzogne, le manipolazioni e i rischi che Mazzarò ha dovuto affrontare per accumulare la sua ricchezza. È un uomo che ha sacrificato ogni altro aspetto della sua vita in nome del suo possesso. Non ha famiglia, né amici, né piaceri: solo la sua roba.

Ma mentre l'età avanza, Mazzarò inizia a confrontarsi con la sua mortalità. L'idea che dovrà un giorno abbandonare la sua amata terra, senza poterla portare con sé nell'aldilà, lo tormenta. La sua ossessione culmina in un atto finale di disperazione, quando, sapendo che la sua fine è vicina, tenta di distruggere ciò che non può portare con sé.

Il racconto è una potente riflessione sulla natura effimera della vita, sull'ossessione della proprietà e sul prezzo dell'avidità. Mette in luce i limiti dell'attaccamento materiale e sottolinea l'inevitabile realtà che, alla fine, nessuno può portare con sé i beni terreni nella morte. Mazzarò, con la sua vita dedicata all'accumulo e la sua tragica fine, diventa un simbolo dell'ossessione umana per la proprietà e del vuoto esistenziale che può derivarne.

 

 


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