Sostiene Pereira è un romanzo pubblicato nel 1984 e scritto da Antonio Tabucchi.
La vicenda si svolge nel contesto storico e politico della Lisbona del 1938, dominata dal rigido regime dittatoriale di António Salazar. La narrazione ruota attorno a Pereira, un giornalista dal carattere solitario e legato alle sue routine, che ha scelto di dedicarsi alla pagina culturale del quotidiano "Lisboa", allontanandosi dal mondo crudo della cronaca nera. Le giornate di Pereira sono spesso pervase dalla malinconia: vive nell'ombra dei ricordi della sua amata moglie, tragicamente scomparsa a causa della tisi. Questa presenza assente è così forte nella sua vita che Pereira si ritrova a dialogare regolarmente con un ritratto della defunta, come se cercasse nelle sue fattezze dipinte risposte e conforto.
La trama acquista complessità quando, un giorno, le parole di un articolo scritto dal giovane Francesco Monteiro Rossi catturano l'attenzione di Pereira. Sedotto dal talento evidente del ragazzo e vedendo in lui un potenziale collaboratore di valore, decide di offrirgli un ruolo nel suo giornale, commissionandogli necrologi anticipati di illustri figure. Ma Rossi, con la sua audacia e il suo spirito ribelle, sconvolge le aspettative di Pereira, consegnando pezzi carichi di critica e disapprovazione verso il fascismo, manifestando un coraggio che potrebbe attirare l'ira della censura governativa. Nonostante la pericolosità e il carattere sovversivo di questi articoli, Pereira, in un misto di ammirazione e preoccupazione, decide di non pubblicarli ma di conservarli, sostenendo economicamente Rossi con pagamenti personali.
La vita di Pereira si intreccia ulteriormente con quella del giovane giornalista quando conosce Marta, la determinata fidanzata di Rossi, la cui posizione antifascista è inequivocabile. Anche se l'intento iniziale di Pereira era quello di rimanere neutrale e distante dalle complicazioni politiche, si ritrova sempre più coinvolto nel tumulto della giovane coppia, diventando un pilastro di sostegno, offrendo non solo risorse finanziarie ma anche un rifugio sicuro nel momento del bisogno.
Nella quiete della sua esistenza, la consapevolezza politica di Pereira inizia a fiorire attraverso una serie di viaggi e incontri cruciali. Durante uno di questi viaggi, incontra Ingeborg Delgado, una donna ebrea che, con la sua storia personale e la sua preoccupazione per l'avanzata del fascismo, lo sfida a "fare qualcosa", ad essere parte attiva e non un semplice osservatore dei cambiamenti in corso. Ma è l'incontro con il dottor Cardoso a offrire a Pereira una prospettiva completamente nuova sulla vita. Cardoso, con la sua teoria della "confederazione delle anime", suggerisce un concetto rivoluzionario: ogni individuo ha al suo interno molteplici "anime", ognuna con la sua voce e visione del mondo. In alcuni momenti cruciali della vita, può emergere un' "anima" diversa da quella dominante, guidando la persona verso nuovi percorsi. Questa filosofia porta Pereira a una profonda introspezione, facendolo riflettere sul suo ruolo come giornalista e sulle responsabilità etiche e morali che ne derivano.
L'atmosfera nel romanzo diventa tesa e carica di pericolo con la morte improvvisa e brutale di Rossi, assassinato a sangue freddo dagli agenti del regime per le sue opinioni antifasciste. Questa tragedia rappresenta un punto di svolta per Pereira. Con coraggio e determinazione, non solo decide di scrivere, ma anche di pubblicare un articolo audace che denuncia l'assassinio e critica apertamente il regime repressivo. Sapendo bene che tale atto potrebbe mettere in serio pericolo la sua vita, Pereira prende precauzioni, preparando un passaporto falso e pianificando la sua fuga dal Portogallo.
Commento
Il viaggio di Pereira, descritto nel romanzo, non è solo un percorso geografico attraverso città e paesaggi, ma anche un profondo viaggio interiore, una trasformazione spirituale e morale. La narrativa esplora magistralmente questa doppia dimensione.
Inizialmente, Pereira è dipinto come un uomo intrappolato nella monotonia della sua esistenza, quasi in una sorta di torpore mentale e spirituale. Le sue giornate sono regolate da abitudini, creando l'immagine di un uomo disimpegnato dai tumultuosi cambiamenti politici e sociali che stanno sconvolgendo il suo Paese. Questa rappresentazione iniziale di Pereira mette in evidenza la sua iniziale passività e indifferenza.
Tuttavia, la trama introduce gradualmente una serie di sfide e di esperienze che scuotono Pereira dal suo stato di apatia. Queste sfide vanno dai confronti ideologici e moralistici con personaggi come Ingeborg Delgado e il dottor Cardoso, all'esperienza traumatica della morte violenta di Rossi. Ogni incontro, ogni evento, costringe Pereira a confrontarsi con se stesso, con le sue convinzioni e valori, e a prendere decisioni che influenzano non solo il suo destino, ma anche quello di chi lo circonda.
La trasformazione di Pereira non è istantanea. Avviene in modo graduale, come un fiume che erode lentamente la roccia. La metamorfosi da un uomo avulso dalla realtà politica a un coraggioso oppositore della dittatura è il cuore pulsante della storia. L'autore riesce a tracciare questo percorso evolutivo con una delicatezza e una profondità che rendono il personaggio di Pereira autentico e credibile.
L'evoluzione di Pereira serve come monito e ispirazione per il lettore. Evidenzia come, in ogni individuo, indipendentemente dalle circostanze iniziali o dalle predisposizioni, possa nascere una forza di resistenza. Pereira diventa l'incarnazione dell'idea che, anche nei luoghi più oscuri e inaspettati, può emergere una luce di speranza e di coraggio. La sua storia diventa un tributo all'indomabile spirito umano, capace di opporsi all'oppressione e all'ingiustizia, e sottolinea l'importanza del singolo individuo nella lotta per la giustizia e la libertà.