Memorie di Adriano è un romanzo storico scritto da Marguerite Yourcenar, pubblicato per la prima volta nel 1951. Il libro è una profonda introspezione del personaggio storico Adriano, imperatore romano del II secolo d.C., narrato come se fosse un'autobiografia. Il testo è suddiviso in varie sezioni, che seguono la vita dell'imperatore da giovane fino alla vecchiaia.
Riassunto
Quando gli Dèi non sono già più e Cristo non è ancora apparso, Adriano, ora sessantenne, avverte l'avvicinarsi della morte. Una malattia incurabile lo indebolisce, e nel mezzo di questo dilemma tra vita e morte, decide di raccontare gli eventi che hanno plasmato la sua esistenza.
I suoi primi ricordi risalgono ai giorni trascorsi nella sua infanzia a Italica, un antico insediamento romano nella penisola iberica. Ricorda le battute di caccia in cui partecipa e l'euforia che prova mentre cavalca al galoppo. La passione per il nuoto e la sua insaziabile fame per cibo e bevande prelibate lo colpiscono vivamente. Da giovane, l'astrologia lo affascina, così come l'arte, la cultura e la filosofia greca. L'insonnia, però, sembra un tormento costante, e riflette anche sul digiuno e sull'amore.
Adriano narra dei suoi legami affettivi con il nonno, che molti considerano un mago. Presenta il padre, Elio Adriano Afer, e la madre. A causa della sua evidente affinità con la lingua greca e la sua passione per la cultura, si trasferisce ad Atene per approfondire i suoi studi. Tentando di diventare un iniziato al culto dei misteri eleusini, confessa il suo timore della morte e critica se stesso per la sua mancanza di coraggio.
Quando visita Roma per la prima volta, l'attenzione dell'imperatore Traiano si posa su di lui. Adriano si unisce all'esercito romano e partecipa attivamente nella campagna contro la Dacia. Alla fine della guerra, intorno ai trent'anni, sottolinea i suoi successi militari e la sua crescente relazione con Traiano, che inizialmente è freddo nei suoi confronti. Con il tempo, tuttavia, Adriano si fa valere, in parte grazie all'appoggio di Plotina, moglie di Traiano, e in parte grazie al matrimonio con Vibia Sabina, nipote dell'imperatore. Nonostante ciò, esprime frequentemente la sua critica verso l'animo vano e superficiale delle donne.
La guerra contro i Sarmati lo scuote profondamente. L'orrori della battaglia e la brutalità delle atrocità lo fanno riflettere sulla politica di espansione di Traiano. E quando la campagna militare contro l'Impero dei Parti fallisce, Traiano designa rapidamente Adriano come suo erede.
Una volta imperatore, Adriano firma un trattato di pace con i Parti. Inizia poi un periodo di frequenti viaggi, visitando ogni angolo dell'Impero. Promuove numerose riforme, militari ed economiche, sotto il motto di "humanitas, libertas, felicitas". Durante un viaggio in Britannia, ordina la costruzione del Vallo di Adriano. Per garantire stabilità all'Impero, si affida al consigliere Attiano, che aveva precedentemente sventato una cospirazione contro di lui. Sostiene anche finanziariamente lo scrittore Svetonio.
Tuttavia, la vera felicità e pace del suo regno, Adriano la attribuisce al suo amore per Antinoo, un giovane di Bitinia. L'incontro avviene a Nicomedia e da quel momento Adriano si sente sinceramente amato. Ma durante una visita in Egitto, Antinoo muore misteriosamente. Adriano, distrutto dal dolore, decide di onorarlo costruendo una città in suo nome, Antinopoli, e promuovendo il culto di Antinoo.
Il dolore per la perdita lo cambia profondamente. Riflette sulla vecchiaia e sul modo in cui il carattere si evolve. Una ribellione in Giudea lo costringe a prendere nuovamente le armi, e l'assedio di Gerusalemme lo segna. Alla fine, decide di adottare Antonino Pio come suo successore, vedendo in lui un futuro brillante per Roma.
Nella sua vecchiaia, Adriano si ritira nella sua Villa Adriana a Tivoli. Circondato da statue di Antinoo, inizia a contemplare la fine della sua vita. Medita sul suicidio, riflette sulla religione pagana e, mentre la sua salute si deteriora, accetta il destino con rassegnazione. Contempla il futuro di Roma e del mondo, chiedendosi cosa riserverà per la sua anima.