Un anno sull'Altipiano di Emilio Lussu è un romanzo storico pubblicato per la prima volta nel 1938 da Einaudi. Ambientato sull'altopiano di Asiago durante la prima guerra mondiale, l'opera è stata scritta tra il 1936 e il 1937 mentre Lussu era in un sanatorio di Clavadel, nella frazione omonima del comune svizzero di Davos. Il libro è una delle più importanti testimonianze letterarie italiane sul conflitto.

Prima dell'inizio della guerra, Emilio Lussu era uno studente universitario che, spinto da un fervore interventista, decise di arruolarsi come volontario insieme a Giuseppe Tommasi. I due furono assegnati alla Brigata Sassari, una unità distintiva composta quasi esclusivamente da sardi. Nelle trincee, Lussu si distinse per la sua bravura e il suo coraggio, guadagnandosi il rispetto e l'ammirazione dei suoi superiori e dei suoi commilitoni.

Tuttavia, con la fine della guerra e l'ascesa del fascismo, Lussu si ritrovò in disaccordo con il nuovo regime. La sua opposizione gli costò l'arresto e una condanna a cinque anni di carcere. Dopo essere evaso, Lussu si rifugiò all'estero, dove cominciò a riflettere in modo critico sulla sua esperienza bellica e sui valori della Grande Guerra.

Fu in questo periodo di riflessione e introspezione che Lussu decise di scrivere "Un anno sull'Altipiano", traendo ispirazione dalla sua esperienza personale e dai suoi sentimenti contrastanti riguardo alla guerra.

 

Riassunto

Il racconto è ambientato tra il 1916 e il 1917 sull'altipiano di Asiago, un teatro cruciale degli scontri tra l'Italia e l’impero austro-ungarico durante la prima guerra mondiale. La storia segue le vicende della Brigata Sassari, un'unità militare composta principalmente da soldati sardi, tra cui Emilio Lussu.

All'inizio della narrazione, la brigata, che aveva precedentemente combattuto sul Carso, viene trasferita sull'altipiano di Asiago per fronteggiare una potente offensiva austriaca. Qui, i soldati sardi si trovano subito a confrontarsi con le spietate condizioni della guerra di trincea: freddo pungente, cibo scadente, bombardamenti incessanti, e terreno reso fangoso dalla pioggia. Malgrado le avverse condizioni, la brigata dimostra grande coraggio e determinazione, riuscendo a fermare l'avanzata nemica.

Nel corso della storia, Lussu dipinge con precisione la vita quotidiana dei soldati in trincea. Si vivono momenti di tensione, come quelli che precedono un assalto o durante i feroci bombardamenti, ma anche episodi di cameratismo, dove la solidarietà tra commilitoni si fa sentire. Le enormi perdite subite per conquistare brevi tratti di terreno e le frequenti controffensive avversarie, che portano alla riconquista delle postazioni appena prese, mostrano l'assurdità e la crudeltà della guerra.

Un aspetto cruciale del romanzo è la critica al comando militare. Attraverso vari episodi, viene mostrato come molti ufficiali superiori e generali siano spesso disconnessi dalla realtà della guerra di trincea, prendendo decisioni basate su logiche discutibili o persino autoreferenziali. Uno degli episodi più emblematici in tal senso è l'ordine di un maggiore di procedere alla decimazione dei propri soldati come punizione per presunte insubordinazioni. Questo atto spinge i soldati alla ribellione, culminando nell'uccisione del maggiore stesso. L'episodio avrà gravi ripercussioni, con un sottotenente coinvolto nell'atto di ribellione che verrà fucilato in seguito a un processo.

Il racconto prosegue descrivendo l'inverno passato in trincea, con i soldati che devono non solo combattere il nemico ma anche resistere alle avversità climatiche. Nel giugno del 1917, la Brigata Sassari prende parte a un'offensiva sull'Ortigara, dove le truppe italiane tentano senza successo di conquistare posizioni austriache ben fortificate e difese da grovigli di reticolati e mitragliatrici. Nonostante l'impegno e il valore dimostrato, gli sforzi si rivelano vani di fronte alle solidissime difese avversarie.

Il racconto di Lussu termina prima dell'offensiva della Bainsizza e della successiva rotta di Caporetto, lasciando il lettore con una sensazione di incompletezza e di riflessione sulla vanità e sulla brutalità della guerra. Attraverso questo racconto, emerge un quadro desolante e al tempo stesso profondamente umano della Grande Guerra, con i suoi eroi, le sue vittime e le sue assurdità.

 

 


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