Il segreto del bosco vecchio è un romanzo breve di Dino Buzzati, pubblicato per la prima volta nel 1935. Ambientato in una vasta tenuta boschiva, la storia esplora temi di avidità, rapporti familiari complicati e la connessione mistica tra uomo e natura. Buzzati, noto per i suoi racconti che combinano realismo e fantasia, ci presenta un mondo dove le forze naturali come il vento possono avere personalità e poteri quasi umani.
Riassunto
Nella pittoresca Valle di Fondo, la morte di Antonio Morro, un anziano proprietario terriero, segna l'inizio di una storia avvolta nel mistero e nella magia. Antonio, che ha posseduto per tutta la vita una vasta tenuta boschiva, ha scelto di dividerla tra due eredi: il suo nipote, il colonnello Sebastiano Procolo, e il giovane figlio del defunto fratello di Sebastiano, Benvenuto Procolo.
Sebastiano, con la sua carriera militare e la sua personalità decisa, eredita una porzione della tenuta nota come il Bosco Vecchio, insieme a una residenza posta in cima a una collina che si affaccia su questo bosco centenario. D'altro canto, Benvenuto, un orfano di soli dodici anni che ha trascorso la maggior parte della sua vita in un collegio, riceve una sezione molto più vasta della tenuta.
Nonostante l'ingente eredità, Sebastiano è riluttante a fermarsi a quella porzione. Avendo avuto esperienze con le operazioni commerciali in passato, vede il bosco come una miniera d'oro in attesa di essere sfruttata. Immagina vasti campi al posto degli alberi, o magari la vendita di legna per ottenere profitti considerevoli. Tuttavia, i suoi piani sono rapidamente interrotti dall'intervento del signor Bernardi, un autorevole membro della commissione forestale. Bernardi, con un'aria di gravità, avverte Sebastiano di astenersi dal tagliare gli alberi del Bosco Vecchio, insinuando che lì risiedono forze e segreti che l'uomo comune potrebbe non comprendere appieno.
Sebastiano, pur rispettando le autorità, vede in Bernardi un ostacolo ai suoi piani ambiziosi. Ma c'è anche un altro motivo per il suo malcontento: l'immensa porzione di terra ereditata da Benvenuto. Sebastiano ritiene che, essendo il ragazzo solo un orfano, non avrebbe avuto il diritto di possedere una tale estensione di terra, soprattutto quando era lui, Sebastiano, l'adulto responsabile. Così, inizia a covare un oscuro piano: eliminare il giovane Benvenuto e rivendicare l'intera tenuta come propria.
Mentre questi piani macabri iniziano a prendere forma nella mente di Sebastiano, un incontro casuale cambia il corso degli eventi. Durante una delle sue passeggiate nel bosco, Sebastiano libera accidentalmente il vento Matteo da una sua antica prigionia. Come segno di gratitudine, Matteo promette la sua fedeltà a Sebastiano, offrendo i suoi servigi fino alla morte dell'uomo.
Colto da un'idea, Sebastiano vede in Matteo il mezzo perfetto per eseguire il suo piano sinistro. Chiede a Matteo di eliminare Benvenuto per lui. Tuttavia, gli sforzi di Matteo per adempiere a questa richiesta sono vani. A causa della sua prolungata prigionia, non riesce a compiere l'atto, fallendo ripetutamente.
Ma il Bosco Vecchio ha ancora molti segreti da rivelare. Una notte, Sebastiano viene attirato da voci misteriose che emanano dall'interno della foresta. Seguendo questi sussurri, si trova di fronte a una rivelazione sconcertante: il bosco è popolato da genii. Tra di loro, c'è il signor Bernardi, che ora appare in una luce completamente diversa. Non è solo un membro della commissione forestale, ma anche un guardiano del bosco, proteggendo i suoi segreti e le sue creature magiche da occhi indesiderati.
La storia si complica ulteriormente quando Matteo scopre di essere stato rimpiazzato da un nuovo vento, Evaristo. Tra i due si scatena una lotta feroce per la supremazia, e alla fine è Evaristo a emergere vittorioso. Matteo, sconfitto e umiliato, si isola, lasciando Sebastiano a riflettere sulle sue azioni e sulle conseguenze che ne derivano.
In uno svolgimento imprevisto, mentre Sebastiano trama per portare a termine il suo piano di uccidere Benvenuto con le sue stesse mani, entrambi si perdono nel labirinto del Bosco Vecchio. Dopo giorni di vagabondaggio, Sebastiano ritrova Benvenuto e lo riporta alla tenuta, realizzando forse l'immensità e la sacralità del bosco che aveva tanto desiderato distruggere.
Ma il bosco ha una propria giustizia. Sebastiano viene messo sotto processo da un tribunale composto da uccelli, rappresentanti degli spiriti del bosco, e viene dichiarato colpevole. La sua punizione? La sua ombra lo abbandona, incapace di associarsi a un potenziale assassino. Mentre Benvenuto cade gravemente malato, Sebastiano, in un raro momento di umiltà, chiede aiuto a Bernardi. L'antico genio acconsente a guarire il ragazzo, ma solo se Sebastiano promette di proteggere il bosco e di non danneggiarlo ulteriormente. Con riluttanza, Sebastiano accetta.
Tornando a casa, Sebastiano trova che la sua ombra è tornata, simboleggiando forse la sua redenzione. Ma la storia ha un altro colpo di scena in serbo. Nella vigilia di Capodanno, Matteo porta a Sebastiano la notizia devastante della morte di Benvenuto in una slavina. Sebastiano, pieno di disperazione, va alla ricerca del ragazzo, ma alla fine viene ritrovato lui stesso, morente, appoggiato a un albero. In un ultimo atto di redenzione, Sebastiano si scusa con Matteo per le sue azioni passate e riconosce la profondità dei suoi sentimenti per Benvenuto.
La storia si conclude con Benvenuto che riceve la notizia della morte del suo zio da parte di Matteo. In una rivelazione finale, Matteo dice a Benvenuto che anche lui svanirà con la morte di Sebastiano.