Una storia semplice di Leonardo Sciascia è un romanzo breve ma intenso, pubblicato per la prima volta nel 1989. Lo scrittore siciliano, noto per la sua capacità di svelare le profondità oscure della società attraverso storie apparentemente semplici, si avvale di un'atmosfera misteriosa e affascinante per esporre una serie di eventi collegati che conducono a un inaspettato epilogo.
Riassunto
Il romanzo inizia con la telefonata di un uomo anonimo a una stazione di polizia. Quest'uomo, che successivamente si scoprirà essere un certo Roccella, chiede di parlare con il questore, ma è il brigadiere a rispondere. Durante la telefonata, l'uomo fornisce alcuni dettagli personali e indica un luogo specifico, affermando di aver "trovato qualcosa" e chiedendo l'intervento della polizia. Tuttavia, il commissario ritiene che la telefonata sia uno scherzo, poiché Roccella, noto diplomatico, non dovrebbe trovarsi in quel luogo da anni.
Nonostante il dubbio, il brigadiere si reca sul luogo indicato, un casolare. L'edificio sembra abbandonato, ma all'interno viene ritrovato il corpo di Roccella, apparentemente suicidatosi. Ciò che rende la scena sospetta è un biglietto sul quale è scritto semplicemente "Ho trovato", e il fatto che la penna con cui è stato scritto il messaggio sia stata chiusa, facendo ipotizzare al brigadiere un possibile omicidio. Il commissario, tuttavia, non condivide questa visione.
Dopo una serie di indagini, emergono ulteriori dettagli sulla situazione. Roccella, tornato nella sua villa, aveva trovato un telefono non presente prima della sua partenza e aveva chiamato un amico, il professor Carmelo Franzò. Durante la telefonata, aveva rivelato di aver trovato nella soffitta un quadro famoso, precedentemente scomparso. Questo ritrovamento cambia il corso delle indagini.
Un ulteriore sconvolgimento si verifica quando un treno locale si ferma per lungo tempo a causa di un semaforo rosso. Il capotreno decide di controllare la situazione, scoprendo che il capostazione e un manovale sono stati uccisi. Un testimone, l'uomo della Volvo, afferma di aver visto tre uomini sulla scena del crimine. Sebbene i dettagli forniti non corrispondano completamente alla realtà, il suo racconto risveglia ulteriori sospetti.
La trama si complica ulteriormente con l'arrivo della ex moglie e del figlio di Roccella. Il figlio racconta che suo padre aveva l'abitudine di comunicare con un prete del paese, Padre Cricco, riguardo alla proprietà. Tuttavia, durante un interrogatorio, il prete nega di aver mai avuto accesso alla villa.
Una successiva perquisizione nella soffitta della villa rivela un comportamento sospetto del commissario. In un confronto tra lui e il brigadiere, il primo tenta di sparare, ma viene ucciso dal brigadiere in autodifesa. A seguito di ulteriori indagini, si svela un intrigo di traffico di droga e opere d'arte, con il commissario e Padre Cricco coinvolti.
Il romanzo si conclude con una serie di rivelazioni che mostrano come il commissario e la sua banda utilizzassero la villa come base per le loro attività illecite. Quando Roccella era tornato inaspettatamente, aveva scoperto le loro attività e aveva chiamato la polizia. Il commissario, cercando di proteggere il proprio segreto, aveva quindi assassinato Roccella e inscenato il suicidio.
Nonostante tutte queste rivelazioni, la verità rimane avvolta in un velo di mistero e ambiguità, tipico dello stile di Sciascia. La storia si conclude con l'uomo della Volvo che riconosce Padre Cricco come uno dei complici del commissario, ma senza che ciò porti a una risoluzione chiara o soddisfacente.
Commento
Una storia semplice è una critica alla società siciliana e alle sue dinamiche complesse. Sciascia esplora la corruzione, il potere e la manipolazione attraverso la trama del romanzo. Ogni personaggio rappresenta un pezzo del puzzle, e la loro interazione svela la profonda corruzione all'interno delle istituzioni.
Il titolo stesso, "Una storia semplice", è ironico. Nonostante la trama sembri semplice, gli eventi e i personaggi sono tutt'altro che banali. Sciascia utilizza questa apparente semplicità per esporre le complicazioni e le ambiguità della società.