In base ai dati ufficiali del Ministero degli Affari Esteri, lo studio della lingua italiana è in crescita esponenziale ed attualmente risulta essere la quarta fra le lingue più studiate al mondo, preceduta dall’inglese, lo spagnolo e il cinese. Sorprendentemente supera lingue importantissime come il francese, il tedesco, il giapponese, il russo, l’arabo e il portoghese.
Per le prime tre, il tutto appare abbastanza logico. L’inglese è parlato da quasi mezzo miliardo di nativi, è la principale lingua franca di intermediazione delle varie aree del pianeta e per questo anche la più studiata al mondo. Lo spagnolo, oltre che in Spagna, è diffuso in quasi tutto il sudamerica e raccoglie circa mezzo miliardo di parlanti. Il cinese è parlato da un miliardo e mezzo di madrelingua e la cina oggi rappresenta la seconda potenza mondiale.
Ma l’italiano? In tutto ci sono 60 milioni di madrelingua ed è parlata quasi esclusivamente in Italia. Appare alquanto strano che l’italiano possa suscitare maggior interesse rispetto a lingue molto più diffuse.
Vediamo di elencare una serie di ragioni che potrebbero spiegare questo fenomeno.
Gli oriundi italiani.
L’Italia ha avuto in passato dei forti flussi emigratori. Subito dopo l’Unità d’Italia circa 11 milioni di connazionali emigrarono in America Latina, soprattutto in Brasile, Argentina e Uruguay.
Nei primi decenni del 1900 un’altro forte flusso migratorio si verificò verso gli Stati Uniti.
Nel dopoguerra, soprattutto negli anni ’50 e ’60 l’ondata migratoria coinvolse prevalentemente l’Italia meridionale e insulare e questa volta la meta fu l’Europa, in particolare la Germania, Il Belgio, la Francia e la Svizzera. Attualmente i cittadini di origine italiana nel mondo superano in numero gli italiani residenti in Italia.
Di seguito una stima approssimativa nei 7 paesi a maggiore densità di oriundi italiani.
Brasile |
25 milioni |
circa 15% pop. totale |
Argentina |
20 milioni |
circa 50% pop. totale |
Stati Uniti |
17,2 milioni |
circa 6% pop. totale |
Francia |
4 milioni |
circa 6% pop. totale |
Venezuela |
1.736.766 |
circa 6% pop. totale |
Canada |
1.445.335 |
circa 4,5% pop. totale |
Uruguay |
1.500.000 |
circa 40% pop. totale |
Fonte: Wikipedia - Emigrazione italiana
È logico pensare che gli oriundi italiani abbiano un particolare interesse a recuperare la lingua e la cultura dei loro antenati.
Il turismo.
50 milioni di persone vengono ogni anno a visitare l’Italia. La posizione geografica nel cuore del mediterraneo, il clima temperato, 3.000 km di coste e la buona cucina, sono già elementi sufficienti a rendere l’Italia una delle mete turistiche preferite.
Inoltre l’immagine dell’Italia è profondamente legata al concetto di cultura inteso non solo come patrimonio artistico-culturale-paesaggistico, ma anche gastronomico, artigianale, folkloristico ecc.
L’amore per l’Italia si traduce inevitabilmente in amore per la lingua italiana e ciò sicuramente contribuisce ad inserirla fra le lingue più studiate al mondo.
La chiesa cattolica
Spesso si dimentica che il Papa parla italiano. Anche se la lingua ufficiale della Chiesa è il latino, la lingua più utilizzata dai cardinali, dai vescovi, dagli abati e spesso anche dai semplici preti di nazioni diverse è l’Italiano. In ordini religiosi come i salesiani o i gesuiti, la lingua corrente è l’italiano. Numerose sono le missioni cattoliche italiane nel mondo. Questo sicuramente determina un rapporto privilegiato fra la lingua italiana e un miliardo e 300 milioni di fedeli.
L’italiano è la lingua della musica
Nel Settecento cantare un'opera significava quasi esclusivamente, in tutta Europa, cantare in italiano. Ancora oggi, imparare a cantare l'opera lirica è una delle motivazioni più forti che spingono parlanti di Paesi lontani (ad es. la Cina o l'India) a imparare la nostra lingua. Molto spesso la qualità dell'italiano esibito nelle interviste da cantanti lirici, direttori d'orchestra o musicisti stranieri è di ottimo livello.
Milioni di amanti dell’opera si avvicinano alla lingua italiana a seguito della loro passione musicale.
Dal punto di vista del lessico, la maggior parte dei termini per indicare il tempo, la dinamica e l’interpretazione di un brano, sono scritti in lingua italiana e vengono utilizzati ancora oggi negli spartiti di musica classica in tutto il mondo.
La politica statunitense Condoleezza Rice, in un’intervista a Rai3, ebbe a dire sull’origine del suo strano nome, che sua madre, grande appassionata di musica, la voleva chiamare con un termine musicale italiano “con dolcezza” (eng. “with sweetness”), ma a causa di un errore di trascrizione è diventato “condoleezza”.
La bella lingua
Da un punto di vista strettamente linguistico non esistono lingue belle e lingue brutte. Tuttavia, vi è un’opinione abbastanza diffusa fra gli stranieri che l’italiano sia una lingua dalla sonorità molto bella, e spesso è una delle motivazioni principali date dagli studenti di italiano. Ovviamente, noi italiani che la parliamo da sempre, non diamo importanza a questo aspetto, e a volte rimaniamo sorpresi nel leggere alcune affermazioni riguardo la bellezza della nostra lingua.
Tanto per citarne qualcuna: Tomas Mann (1875 - 1955) scrittore e saggista tedesco, scriveva in “Confessioni del cavaliere d’industria Felix Krull”:
Ho bisogno soltanto d’aprire la mia bocca e involontariamente diventa il fonte di tutta l’armonia di quest’idioma celeste. Sì, caro signore, per me non c’è dubbio che gli angeli nel cielo parlano italiano.
L’università di Princeton nella sua pagina intitolata “le dieci ragioni per imparare l’italiano” dice al punto 9:
Italian is recognized as one of the most beautiful spoken languages on the planet
E che dire della scrittrice statunitense Dianne Hales che, nel suo libro “La bella lingua” ha scritto cose talmente meravigliose sull’italiano da indurre il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ad insignirla dell’onoreficenza di “Cavaliere dell' Ordine della Stella della Solidarietà Italiana”.
Ecco un breve estratto dal suo libro:
L’inglese come un grosso pennarello dalla punta di feltro nero, si dichiara con affermazioni in grassetto e commenti netti.
L’agile piuma a punta fine dell’italiano volteggia in delicati ghirigori e sensazionali motivi floreali. Mentre le altre lingue fanno poco più che parlare, questa lingua lirica eccita l’orecchio, seduce la mente, ammalia il cuore, rapisce l’anima e più di ogni altro idioma si avvicina all’espressione dell’essenza di ciò che vuol dire essere umano.