«Il colombre» è un racconto di Dino Buzzati che fa parte della raccolta «Il colombre e altri cinquanta racconti», pubblicato nel 1966. Riscritto in italiano semplificato per studenti di livello intermedio.
Quando Stefano Roi compie dodici anni, chiede a suo padre di poter imbarcarsi sul suo veliero[1]. Al suo primo giorno di viaggio il mare è tranquillo e nel cielo splende il sole. Stefano gira felice sulla nave e fa molte domande ai marinai, i quali gli rispondono sorridendo.
Mentre si trova a poppa[2], vede qualcosa che si muove sull’acqua, a distanza di due o trecento metri, che sembra seguire la nave.
– Cosa stai guardando? – gli chiede suo padre.
– C’è qualcosa lì in fondo che ci segue. – risponde il ragazzo.
Il padre prende il cannocchiale e osserva nella direzione indicata dal ragazzo. All’improvviso impallidisce e rivolgendosi a suo figlio gli dice:
– Ascolta Stefano, dobbiamo tornare indietro immediatamente. Qui è troppo pericoloso per te.
– Ma perché? Cosa hai visto? – chiede il figlio con un tono lamentoso.
– Sei inseguito da un colombre.
– Un colombre? Cos’è un colombre?
– È uno squalo terribile, più astuto di un uomo, che sceglie una preda e la insegue per tutta la sua vita, finché non riesce a divorarla. Il colombre ha scelto proprio te. Devi ritornare immediatamente a terra e per il resto della tua vita non dovrai mai più navigare in mare.
– Come fai a dire che ha scelto proprio me?
– Perché solo la preda e i suoi parenti possono vederlo. Io ho navigato per tanti anni e non ne ho mai visto uno. Purtroppo la vittima sei tu.
Il padre ordina di invertire la rotta e riporta suo figlio a casa. Da quel momento Stefano viene mandato a studiare in un collegio a centinaia di chilometri dal mare.
Per un po’ di tempo il ragazzo non pensa più al mostro marino. Quando ritorna a casa per le vacanze estive, un giorno, raggiunge la riva del mare e guarda verso l’orizzonte. Con grande sgomento vede che a una certa distanza c’è lo squalo che lo aspetta. Quando ritorna al collegio per continuare i suoi studi, Stefano pensa continuamente a quel mostro che lo attende al di là dei boschi e delle montagne. Il colombre diventa per lui un’ossessione. Ma nonostante questa sua inquietudine, riesce a terminare gli studi e trova anche un buon lavoro.
Nel frattempo il padre muore, la nave viene venduta e il ragazzo eredita un buon patrimonio. Ma anche se conduce una vita tranquilla e agiata, avverte sempre di più l’ossessione per il colombre. Così a venticinque anni si licenzia dal suo impiego, ritorna alla sua città e si imbarca su una nave. Con il tempo diventa un marinaio esperto e, malgrado il colombre lo insegua per tutti i mari, lui non si scoraggia, anzi la sua volontà di navigare diventa sempre più forte. Riesce insieme a un socio a comprare un piccolo piroscafo[3] e qualche tempo dopo, con i soldi guadagnati, compra una grande nave mercantile.
Così continua per moltissimi anni a navigare da un oceano all’altro, sempre inseguito dallo squalo, e senza mai provare il desiderio di lasciare il suo lavoro e ritirarsi a vivere in città, nonostante tutti i soldi guadagnati. Un giorno si rende conto di essere diventato incredibilmente vecchio, e si sente infelice per aver sprecato tutta la sua vita dietro quell’ossessione pazzesca.
Chiama il secondo ufficiale e gli racconta la storia del colombre che lo insegue da quando era ragazzo. Poi gli fa promettere di non opporsi alla sua intenzione di affrontare lo squalo e si fa calare in mare su una barca, dopo aver preso un arpione. Si allontana dalla nave finché vede affiorare al lato della barca il terribile squalo. Alza l’arpione per colpire il mostro con tutte le sue forze quando sente una voce che lo supplica:
– Ti prego non colpirmi! Ti cerco da tanti anni perché devo consegnarti un oggetto per ordine del re del mare.
Apre la bocca e sulla sua lingua mostra una grandissima perla: e la famosa Perla del Mare, che dona potenza, amore e pace a chi la possiede. Ma ormai è troppo tardi. Stefano si rende conto di aver stupidamente rovinato la sua vita e anche quella dello squalo. Due mesi dopo trovano una barca sulla scogliera. Dentro c’è uno scheletro bianco che stringe fra le mani una grande perla.
Il colombre è un pesce di grandi dimensioni, spaventoso a vedersi, estremamente raro. Viene chiamato anche kolomber, kahloubrha, kalonga, kalu-balu, chalung-gra. Gli scienziati stranamente lo ignorano. Alcuni dicono addirittura che non esiste.
[1] veliero: nave con le vele.
[2] poppa: parte posteriore della nave.
[3] piroscafo: nave a vapore.
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