Green Book è un film del 2018 del regista Peter Farrelly, vincitore di tre premi Oscar. Il film si ispira alla storia vera di Don Shirley, un pianista e compositore afroamericano, e di Tony Lipp, un attore italo-americano.
Ambientato negli Stati Uniti negli anni 60, affronta la tematica del razzismo. Il Green Book era una guida per automobilisti afroamericani, il cui nome completo era The Negro Motorist Green Book, pensata per evitare ai viaggiatori di colore grossi problemi dovuti alla segregazione razziale, come finire in ristoranti o motel dove si rifiutavano di servirli o di alloggiarli, o addirittura rischiavano di essere picchiati o arrestati.
Riassunto trama
Il buttafuori Tony Vallelonga lavora nel nightclub Copacabana di New York. Quando il locale chiude per un periodo, a causa di lavori di ristrutturazione, Tony è costretto a cercare un altro lavoro. Gli viene proposto di lavorare come autista e accompagnatore del pianista afroamericano Don Shirley, in un tour nel sud degli Stati Uniti, zona dove ancora vige la segregazione razziale. Prima della partenza viene loro consegnata una copia del Green Book, una guida dove sono indicati tutti i locali consentiti alla popolazione di colore.
Don è un uomo molto raffinato ed elegante, ma piuttosto altezzoso, e non tollera i modi rozzi di Tony, che a sua volta ha qualche pregiudizio razziale e non sopporta i modi da damerino del pianista, per cui il rapporto fra i due uomini inizia in un clima di diffidenza e scarsa stima reciproca.
A poco alla volta Tony si rende conto che Don è dotato di un grande talento, e nota con disappunto come quelle persone che lo accolgono trionfalmente ai suoi concerti, poi gli riservano un trattamento vessatorio a causa del colore della pelle. Si verificano molti episodi sgradevoli, con tentativi di aggressione da parte di bianchi, e Tony dimostra di essere un uomo molto affidabile, che rischia la sua stessa vita per difendere Tony.
I due uomini vengono arrestati due volte. La prima volta Tony corrompe i poliziotti e riesce a farsi liberare, suscitando la contrarietà da parte del pianista, che avrebbe voluto una soluzione diversa. La seconda volta Don telefona al suo avvocato e poco dopo la centrale di polizia riceve, fra lo stupore generale, una telefonata da parte di Robert Kennedy, che ordina la liberazione immediata dei due detenuti.
Con il tempo si accresce l’amicizia e la stima reciproca. Don aiuta Tony a scrivere delle lettere di amore a sua moglie, e si rende conto che l’uomo, dietro quell’aspetto rude, nasconde sentimenti profondi e sinceri. Tony, da parte sua, si rende conto del dolore di Don, per non riuscire ad integrarsi con i bianchi, ma neanche con la comunità di colore, che non lo accetta per via della sua musica classica e dei suoi modi troppo raffinati.
La sera dell’ultimo concerto, a Don viene proibito di cenare nella sala dove si terrà lo spettacolo. Tony interviene discutendo animatamente con il proprietario, e Don gli concede la facoltà di decidere se tenere il concerto o andare via. Tony decide di rinunciare allo spettacolo, pur sapendo che la cosa può costargli lo stipendio. I due si recano in un locale per afroamericani, dove il pianista si esibisce in un brano di musica blues che manda in visibilio tutti i presenti.
Ritornano a New York proprio alla vigilia di Natale. I due amici si separano, ma qualche ora dopo, mentre la famiglia Vallelonga è riunita a tavola, si sente suonare alla porta. Don è passato a festeggiare con loro e viene accolto con grande affetto da tutta la famiglia.