Pollicino è una fiaba scritta da Charles Perrault nel 1867 che presenta molti punti di somiglianza con la celebre fiaba Hansel e Gretel dei fratelli Grimm.
Riassunto
Un boscaiolo e sua moglie hanno avuto in poco tempo sette figli maschi, e siccome sono ancora tutti piccoli, nessuno è in grado di guadagnarsi da vivere, e i genitori non sanno più come dar loro da mangiare. Dei sette fratelli, il minore è piccolo quanto un pollice, e per questo l’hanno chiamato Pollicino, e la sua taglia non sembra aumentare con il passare del tempo.
Un giorno i genitori decidono di abbandonare nel bosco i loro figli. Pollicino, grazie alla sua piccola taglia, riesce ad ascoltare la conversazione di nascosto. Perciò di notte esce di casa e si riempie la tasca di sassolini bianchi, che cosparge il giorno dopo mentre vengono portati nel bosco. Una volta abbandonati, i sette fratelli, grazie alla traccia di sassolini lasciata da Pollicino, riescono a ritornare a casa. Il padre, che nel frattempo ha ricevuto dei soldi che avanzava da un signore del villaggio, è ben felice di rivedere i suoi figli, e compra loro del cibo in abbondanza per farli mangiare a sazietà.
Però poco tempo dopo i soldi finiscono e la famiglia si ritrova nella stessa situazione precedente. I genitori decidono nuovamente di portare i bambini nel bosco, ma questa volta chiudono la porta a chiave per impedire a Pollicino di uscire di notte a prendere dei sassolini.
Il mattino dopo, Pollicino, non avendo dei sassi in tasca, tenta di tracciare il percorso lasciando cadere delle briciole del pane che la madre ha dato a lui e ai fratelli. Purtroppo le briciole vengono mangiate dagli uccelli e così lui e i suoi fratellini non riescono a ritrovare la strada di casa.
Girano a lungo nel bosco finché trovano una casetta e bussano alla sua porta. Apre una signora gentile, che dice di essere ben disposta a ospitarli, ma li avverte che il marito è un orco che mangia i bambini. La donna fa nascondere i bambini sotto il letto, ma quando l’orco rientra si accorge della loro presenza perché sente l’odore di carne fresca. Le prende e vorrebbe mangiarli subito, ma la donna lo convince a rimandare al giorno dopo, perché la cena è già pronta e non vorrebbe sprecarla.
L’orco ha sette figlie femmine, brutte e cattive come il padre, e ognuna di loro porta sempre in testa una coroncina regalata dal padre. Durante la notte i bambini vengono messi a dormire nella stessa stanza delle piccole orchesse e Pollicino scambia le loro corone con i berretti dei fratelli. L’Orco di notte di alza con l’intenzione di sgozzare i bambini, ma nel buio viene ingannato dai berretti, e quindi uccide le sue figlie scambiandole per i bambini.
Il giorno dopo Pollicino fugge con i fratelli, e l’orco, quando scopre di aver ucciso le sue figlie, infuriato si mette a inseguire i bambini indossando degli stivali magici che gli permettono di correre veloce. Ma gli stivali magici stancano molto chi li usa e dopo un po’ l’orco crolla addormentato. Pollicino gli ruba gli stivali e in pochi passi riesce ad arrivare alla casa dell’orco e racconta a sua moglie che dei briganti hanno rapito suo marito e che vogliono un riscatto, altrimenti lo uccideranno. La donna, preoccupata per suo marito, consegna a Pollicino tutto l’oro che possiede, e il bambino ritorna a casa insieme ai fratelli e con l’oro dell’orco.
Grazie agli stivali magici riesce anche a ottenere un posto come messaggero del Re, che gli permette di guadagnare molto. Così con i suoi guadagni e l’oro dell’orco tutta la sua famiglia può finalmente permettersi di vivere felice.