La signora Frola e il signor Ponza, suo genero è una novella di Luigi Pirandello pubblicata nel 1917 nella raccolta E domani, lunedì....
Riassunto
A Valdana arrivano tre persone: il signor Ponza, segretario di prefettura, accompagnato da sua moglie e sua suocera, la signora Frola. I due coniugi vanno a vivere in un casolare all’uscita del paese, mentre la suocera si trasferisce in un appartamento in centro.
Ben presto l’atteggiamento dei nuovi arrivati appare molto strano: la signora Frola non può entrare in casa di sua figlia, ma comunica solo con dei bigliettini in un paniere calato dalla ringhiera.
La signora Frola chiede di incontrare le donne del paese per spiegare la natura di quello strano comportamento. Descrive suo genero come un uomo amorevole e premuroso, una bravo marito e un bravo genero. Ha solo il difetto di essere talmente innamorato di sua moglie, da volerla tutta per sé. Una specie di malattia che lo porta a vivere in un mondo d’amore nel quale nessuno deve entrare.
Il giorno dopo anche il signor Ponza chiede di incontrare le donne del paese per spiegare loro che la signora Frola, anche se non sembra, è completamente pazza. Crede che lui non voglia farle vedere la figliola, ma la realtà è che sua figlia è morta quattro anni prima e sua madre è impazzita dal dolore, al punto da credere che sua figlia sia ancora viva, e non la vede solo per il divieto imposto dal genero. Lui asseconda questa follia per puro dovere di carità verso la povera infelice, le paga l’affitto con grandi sacrifici, si è risposato e la sua seconda moglie lo aiuta volentieri ad assecondare la suocera. In qualità di funzionario non può permettere che la gente creda che sia un uomo crudele. Detto questo, saluta le signore sbalordite, e va via.
Ma qualche tempo dopo la signora Frola confida un segreto ancora più sbalorditivo. Il pazzo è lui, il signor Ponza: crede che sua moglie sia morta quattro anni prima ed è convinto che in casa ci sia la sua seconda moglie. La sua frenesia d’amore e la sua gelosia avevano fatto ammalare la moglie, già di salute piuttosto delicata. La signora Frola con l’aiuto dei parenti avevano dovuto sottrarre di nascosto la povera donna per portarla in una casa di cura. Lui aveva creduto che la moglie fosse morta, e si era fissato a tal punto con questa idea, che non c’era stato di convincerlo del contrario, neanche quando la moglie era ritornata a casa finalmente guarita. Lui aveva creduto che si trattasse di un’altra donna, e tutti quanti, amici e parenti, per assecondarlo avevano simulato un secondo matrimonio.
Ora la signora Frola sospetta che suo genero sia rientrato in pieno possesso delle facoltà mentali, ma continua a fingere, per tenere sua moglie lontana da tutti, forse per paura che gli venga di nuovo sottratta. E la povera figlia deve continuare a fingere di essere un’altra donna, così come lei deve continuare a fingersi pazza.
Ora a Valdana le gente non sa cosa pensare. Chi è il pazzo? Qual è la realtà? Inutile cercare di saperlo dalla moglie del signor Ponza. Di fronte a lui direbbe di essere la sua seconda moglie; di fronte alla signora Frola direbbe di essere sua figlia. Bisognerebbe prenderla a parte e farle dire la verità a quattr’occhi. Ma non è possibile, perché il signor Ponza non permette a nessuno di vedere sua moglie. La tiene chiusa in casa sotto chiave. Questo potrebbe deporre a favore della signora Frola, ma il signor Ponza dice che è sua moglie che lo costringe a far così, per paura che la signora Frola entri in casa all’improvviso.
L’unica cosa certa è il commovente spirito di sacrificio con il quale ognuno si prende cura dell’altro. La signora Frola spesso va in prefettura a trovare il signor Ponza, lo aspetta all’uscita e si fa accompagnare in qualche negozio. D’altro canto anche il signor Ponza ogni sera va a trovare la signora Frola. Quando si incontrano per strada, si salutano con la massima cordialità, si mettono insieme a braccetto e vanno così in giro fra lo stupore della gente che li studia, li squadra, li spia, ma non c’è verso di capire quale dei due sia il pazzo.