Camminare, correre, volare è un libro scritto da Sabrina Rondinelli e pubblicato dalla casa editrice EL nel 2008.
Riassunto
Asja è una quattordicenne, figlia unica e senza padre, cresciuta in un quartiere popolare, di temperamento molto aggressivo, un vero e proprio bullo al femminile. Trascorre la maggior parte del suo tempo in compagnia delle sue amiche Roberta e Miranda, insieme alle quali realizza le sue bravate quotidiane.
Maria invece è una sua coetanea, che si impegna molto nello studio ed è una vera studentessa modello. Però è timida e succube di una madre troppo invasiva, ed è sempre lasciata sola in disparte. È in sovrappeso, e questo le fa sentire molto a disagio al punto che non riesce neanche a guardarsi nello specchio[1].
Maria è la vittima perfetta da bullizzare, e viene presa di mira da Asja e le sue compagne, che la maltrattano, la deridono e la obbligano a svolgere i compiti e fare le ricerche per loro.
Un giorno, durante un litigio, Maria si rompe una gamba per colpa di Asja, e finisce per essere ricoverata all'ospedale. Asja viene abbandonata anche dalle sue amiche e questa vicenda la spinge a riflettere sul suo comportamento. Comincia a rendersi conto di aver commesso molti sbagli, non solo con Maria, ma anche in molte altre situazioni.
Decide di cambiare e inizia dalla scuola cercando di stare attenta in classe. Frequenta un corso di atletica e uno di recupero. Fa una scelta molto importante: cercare suo padre. E ci riesce solo con le proprie forze, usando un computer in un internet point.
Anche per Maria inizia un periodo di cambiamento. Le due ragazze a poco alla volta si conoscono meglio fino a diventare amiche sincere.
[1] Maria si guarda nel lungo specchio fissato alla parete interna. Osserva quell’immagine come se fosse un nemico sconosciuto. Negli ultimi mesi, il suo corpo è cambiato così velocemente che quasi stenta a riconoscersi. Soprattutto il seno è cresciuto a dismisura e, nonostante cerchi di nasconderlo con vestiti e maglie larghe, si affaccia prepotente sul petto, facendola vergognare. Anche il sedere è fuori misura, flaccido, ridicolo, ingombrante. Le gambe sembrano due tronchi di qualche quercia secolare, le braccia due cosciotti di carne ben torniti, la vita non esiste, è stata inghiottita da tutta quella ciccia incontenibile.