Prefazione
Il racconto è preceduto da una prefazione, sotto forma di lettera, dedicata al suo amico Salvatore Farina, scrittore ed editore. Verga illustra le linee essenziali della sua letteratura verista: raccontare dei fatti reali, con un linguaggio semplice e spontaneo, in modo impersonale e senza commenti e giudizi del narratore.
Riassunto
Nelle campagne attraversate dal Simeto[1], squadre di carabinieri e militari danno una caccia spietata a un feroce bandito di nome Gramigna. Il brigante è molto abile a nascondersi e sfuggire al grande dispiegamento delle forze dell’ordine. La gente del luogo non fa altro che parlare delle sue gesta, del suo coraggio e della sua forza.
Peppa, una bella ragazza di Licodia[2], è promessa in sposa a compare Finu, detto anche candela di sego, un ragazzo bello e forte, proprietario di terreni e di una mula. La madre di Peppe è molto contenta della buona sorte toccata a sua figlia e passa il tempo a rimirare il corredo della sposa e organizzare le nozze previste per il giorno di Santa Margherita, in giugno dopo la mietitura del grano.
Un giorno Peppa dice di non volersi più sposare perché si è perdutamente innamorata di Gramigna, anche se non l’ha mai visto e conosciuto. La madre si strappa i capelli dalla disperazione, Finu rimane senza parole a bocca aperta. La madre la chiude in casa, tiene sempre accesa un lume per le anime del purgatorio, appende davanti alla porta delle immagini dei santi, e chiama perfino il prete per esorcizzarla da quel demonio di Gramigna.
In paese arriva la voce che i carabinieri hanno trovato il brigante a Palagonia[3]. C’è stata una sparatoria, un carabiniere morto e tre feriti, ma anche il bandito è rimasto gravemente ferito e ormai non ha più scampo. Peppa esce dalla finestra di notte per cercare di raggiungere il bandito e lo trova in mezzo ai fichidindia, pallido e sanguinante. Riesce a vincere la sua diffidenza, lo aiuta e si unisce a lui, vagando insieme per la zona, logorati e affamati, finché non vengono catturati e imprigionati.
La ragazza è incinta e la sua povera madre vende il corredo e tutto l’oro per pagare gli avvocati e riuscire a far ritornare a casa la figlia insieme al suo bambino. La ragazza rimane chiusa in casa fino al giorno in cui la madre muore di stenti. Allora Peppa vende la casa, lascia suo figlio in un istituto di orfanelli, e si reca in città dove è imprigionato Gramigna. Si aggira nei pressi del carcere, cercando inutilmente di scorgere il suo amato attraverso le inferriate, insultata e scacciata da tutti.
Viene poi a sapere che Gramigna è stato portato via in un carcere della terraferma. Non sa più cosa fare, e rimane nel posto cercando di guadagnarsi da vivere con qualche servizio ai soldati e ai carcerieri. Verso i carabinieri avverte una specie di tenerezza rispettosa, l’ammirazione per la forza che hanno mostrato nel prendere il suo Gramigna. Passa il tempo in caserma a spazzare i cameroni e a lustrare gli stivali, tanto che la chiamano «lo strofinaccio della caserma». Ogni tanto vede i soldati armarsi e partire per qualche missione rischiosa, e allora diventa pallida e ripensa al suo Gramigna.
[1] Simeto: fiume che sfocia nel golfo di Catania.
[2] Licodia: comune nei pressi di Catania.
[3] Palagonia: comune nei pressi di Catania.