La vita è bella è un film del 1997, vincitore di tre premi oscar, diretto e interpretato da Roberto Benigni. Drammatico e divertente nello stesso tempo, il film affronta la tematica dell’olocausto e dei campi di concentramento.

 

Riassunto

Nel 1939 Guido Orefice, un giovane ebreo, insieme al suo amico Ferruccio Papini, si trasferiscono dalla campagna toscana ad Arezzo. Guido sogna di aprire una libreria in centro città. Il suo amico invece fa il tappezziere, e si diverte a tempo perso a scrivere versi comici.

Guido, una volta arrivato in città, comincia a lavorare come cameriere nel Grand Hotel di suo zio Eliseo.  Qui fa amicizia con il dottor Lessing, un medico tedesco ospite dell’albergo, con il quale condivide la passione per gli indovinelli. Ferruccio invece trova occupazione come commesso in un negozio di stoffe.

Guido conosce casualmente una maestra di nome Dora e se ne innamora. Per questo ricorre ad ogni genere di  espediente per incontrarla continuamente. Però Dora è fidanzata con Rodolfo, un militare fascista del quale non è realmente innamorata. Una sera  Guido segue Dora, mentre questa si reca a teatro in compagnia di Rodolfo e alcuni amici. Con la solita arguzia riesce a sottrarla al suo fidanzato e rimane solo a passeggiare con lei. Quando la riaccompagna a casa, le confessa il suo amore.

Qualche sera dopo, mentre al Grand Hotel si festeggia il fidanzamento di Dora e Rodolfo,  Guido entra nella sala con un cavallo bianco e porta via Dora.

Sono passati alcuni anni. Siamo nel 1944, in piena seconda guerra mondiale. Dora e Guido si sono sposati e hanno avuto un bambino di nome Giosuè. Guido ha aperto una libreria, dove non entra quasi mai nessuno, a causa delle persecuzioni nei confronti degli ebrei. Ma nonostante la guerra e le discriminazioni razziali, la vita sembra proseguire serenamente.

Un brutto giorno, Guido e suo figlio, insieme allo zio Eliseo, vengono catturati dai nazisti e portati su un treno insieme ad altri ebrei. Quando Dora rientra a casa, si accorge del passaggio dei soldati nazisti, e corre subito alla stazione. Qui chiede di salire sul treno, anche se non è ebrea, per seguire Guido e Giosuè. Quando arrivano al campo di concentramento, Guido riesce a rivedere di sfuggita sua moglie. Il povero zio, essendo troppo anziano, viene subito mandato nelle camere a gas.

Guido, per proteggere il suo bambino dall’orrore del genocidio, gli fa credere che sono andati nel campo di concentramento per partecipare a un gioco, e al primo classificato verrà regalato un carro armato vero. Raccomanda a Giosuè di rimanere sempre nascosto in camera, per non rischiare di essere squalificati.

Durante una visita medica, incontra il dottor Lessing, il medico ospite del Grand Hotel dello zio Eliseo, che nel frattempo è diventato membro del partito nazista. Lessing apparentemente sembra ben disposto verso Guido e lo aiuta facendolo lavorare come cameriere ai tavoli degli ufficiali tedeschi, dove riesce a far intrufolare anche Giosuè, mettendolo insieme ai figli dei soldati per poterlo sfamare decentemente.

Guido si illude di poter contare ulteriormente sull’aiuto del medico, ma rimane profondamente amareggiato quando si accorge che il medico è ossessionato da un indovinello che non riesce a risolvere, e spera che Guido riesca a trovare la soluzione.

Una notte i soldati tedeschi, per far sparire le tracce dei loro misfatti, cercano di uccidere tutti i deportati rimasti, per abbandonare il campo il prima possibile. Guido nasconde Giosuè in una cabina, facendogli credere di giocare a nascondino, e gli raccomanda di non muoversi finché non sarebbe tornato. Poi, travestito da donna, tenta di raggiungere le detenute per cercare sua moglie, ma viene scoperto e condotto in un vicolo dove viene fucilato. Trascorsa la notte, quando il campo è stato completamente abbandonato dai tedeschi, Giosuè esce dalla cabina. Vede arrivare un carro armato americano e crede di aver vinto il primo premio. Il bambino riesce a ritrovare sua madre e grida felice: «Abbiamo vinto!». «Si! Abbiamo vinto!» risponde la madre.

 

 


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