Così è se vi pare è un'opera teatrale di Luigi Pirandello, rappresentata per la prima volta nel 1917. È tratta dalla novella La signora Frola e il signor Ponza, suo genero.
Riassunto
Nel salotto dell’appartamento del consigliere Agazzi ha luogo una discussione che vede protagonisti la moglie Amalia Agazzi, sua figlia Dina e il fratello Lamberto Laudisi. Si discute sul fatto che il consigliere Agazzi si è recato dal prefetto per denunciare il comportamento sospetto del signor Ponza, un suo nuovo impiegato.
Quest’ultimo ha alloggiato sua suocera, la signora Frola, in un appartamentino adiacente a quello dell’Agazzi, mentre lui e sua moglie vivono in una casa alla periferia della cittadina. Il signor Ponza viene a trovare sua suocera ogni giorno, ma le impedisce di incontrare sua figlia, che rimane chiusa in casa e non può vedersi con nessuno.
Quest’atteggiamento ha messo in subbuglio tutto il paese, al punto che il consigliere Agazzi ha sentito il bisogno di recarsi dal Prefetto per cercare di chiarire il mistero.
Lamberto Laudisi è l’unico a considerare inopportuna la decisione del cognato, dettata solo da un’inutile curiosità nei confronti di comportamenti che non si riescono a comprendere.
La discussione finisce per coinvolgere altre persone, che si ritrovano in casa Agazzi, ed insieme escogitano piani per ottenere informazioni sui nuovi arrivati, ma non fanno altro che aumentare la confusione.
La signora Frola viene invitata in casa Agazzi e sottoposta a un vero e proprio interrogatorio. Con un certo imbarazzo cerca di spiegare che suo genero è un uomo molto gentile e premuroso, ma è molto possessivo nei confronti della moglie. Per questo la signora Frola e sua figlia, per non ferire i sentimenti del signor Ponza, si vedono solo di sfuggita da lontano: la madre si ferma nel cortile di casa e la figlia si affaccia al balcone.
Una volta congedata la signora Frola, si presenta in casa Agazzi il signor Ponza, che fornisce la sua versione dei fatti. Dice che la figlia della signora Frola, di nome Lina, era la sua prima moglie. Quando questa è morta, sua madre è impazzita, e pensa che sua figlia sia ancora viva. In realtà la donna in casa di Ponza è Giulia, la sua seconda moglie, che si presta alla finzione solo per compassione nei confronti della signora Frola.
I presenti, per quanto sconcertati dalla rivelazione, rimangono convinti dalla spiegazione del signor Ponza. Ma poco dopo si ripresenta la signora Frola che, per non essere trattata come una povera pazza, decide di rivelare una verità prima tenuta nascosta. Sua figlia Lina si era ammalata ed era stata ricoverata per un lungo periodo. Durante la sua assenza il marito è impazzito, al punto che quando Lina è ritornata a casa, lui non l’ha più riconosciuta e l’ha trattata come se fosse un’altra donna. Hanno dovuto inscenare un finto matrimonio e da quel momento Ponza si è convinto di avere una seconda moglie di nome Giulia.
A questo punto i presenti non sanno più a chi credere e per tentare di risolvere il mistero ricorrono a un espediente per far incontrare genero e nuora nell’appartamento di Agazzi. Ponza, esasperato dalla situazione, rimprovera con tono esagitato sua suocera, accusandola di calunniarlo e urlando che sua figlia è morta. Apparentemente l’accaduto sembra favorire l’ipotesi che il pazzo sia il Ponza, ma appena la signora Frola si allontana, l’uomo si ricompone immediatamente e si scusa per il brutto spettacolo, ma dice di aver recitato la parte del pazzo per mantenere l’illusione di sua suocera.
In seguito alla fallimento di ogni tentativo di conoscere la verità, il Prefetto costringe Ponza a portare sua moglie in casa Agazzi. La donna arriva con la testa coperta da un fitto velo nero e dice di essere la figlia della signora Frola ma anche la seconda moglie di Ponza. All’obiezione del Prefetto che sostiene che può essere solo l’una o l’altra, la donna risponde: «Io sono colei che mi si crede» e non svela il segreto della sua identità.