Questo racconto di Italo Calvino fa parte di una raccolta pubblicata nel 1963 con il titolo «Marcovaldo ovvero le stagioni della città».
Riassunto
Una sera Marcovaldo va al cinema e vede un film ambientato in India. Quando esce dal cinema una fitta nebbia è calata sulla città e non si riesce a vedere quasi niente. Si incammina meccanicamente verso la fermata del tram finché non sbatte il naso sul palo del cartello. Prende il tram e durante il tragitto guarda fuori dal finestrino, dove la notte è come uno schermo sul quale la sua mente continua a proiettare le immagini dell’India, del Gange, della giungla e di Calcutta. Distratto dal suo sognare a occhi aperti, scende a una fermata sbagliata e si ritrova in una zona della città a lui sconosciuta.
Comincia a camminare sperando di incontrare qualcuno a cui chiedere informazioni, ma le strade sono completamente deserte. Quando vede un chiarore a una certa distanza si dirige fino a ritrovarsi davanti a un’osteria. Entra per chiedere informazioni, ma tra il rumore e la gente ubriaca non riesce a capire molto. Alla fine beve prima un quarto di vino, poi altro mezzo litro, più qualche altro bicchiere offerto dai presenti.
Esce fuori dall’osteria un po’ brillo e s’incammina di nuovo finché si ritrova in una zona della città che sembra disabitata. Si arrampica su un muro, cammina lungo l’orlo abbastanza largo e illuminato, poi su uno spiazzo di cemento finché si ritrova al buio e mette un piede nel vuoto. Per fortuna cade sul terreno morbido di un prato. Vede una strada asfaltata delimitata da file di lampadine ai due lati e avanza su questa finché vede la figura di un uomo in tuta gialla che agita delle palette luminose. Cerca di chiedergli delle informazioni, ma l’uomo lo invita a su una scaletta più avanti, dove troverà altre persone. Vede la scaletta, raggiunge una porticina dove una ragazza lo saluta molto gentilmente, ed entra in una specie di autobus, molto belle e con poltrone comode e accoglienti.
Il mezzo parte con un rombo di motore che gli sembra esagerato. Quando vede un signore in divisa, gli chiede se c’è una fermata nelle vicinanze di via Pancrazio Pancrazietti. L’uomo in divisa gli risponde che la prima fermata è Bombay, poi Calcutta e Singapore.
La notte dal finestrino è piena di stelle, ora che l’aereo vola a grande altezza nel cielo limpido.