Ultimo viene il corvo è un racconto scritto da Italo Calvino, che fa parte dell’omonima raccolta di racconti pubblicata nel 1949.
Riassunto
Dei partigiani si trovano sulla riva di un fiume, dove si vedono delle trote guizzare nell’acqua. Uno di loro propone di pescarle lanciando una bomba. Un ragazzino che era fermo a guardare gli uomini, si fa avanti, prende un fucile e spara nell’acqua. Subito dopo affiora una trota che galleggia con la pancia in aria. Il ragazzo continua a sparare e a ogni colpo una trota viene colpita. I partigiani rimangono sbalorditi dalla grande abilità del giovinetto. Gli danno altre cartucce e lui continua a sparare, questa volta alle pigne degli alberi della riva opposta. Ad ogni colpo una pigna cade troncata al picciolo.
Il capo dice al ragazzo di unirsi al gruppo e gli dà un fucile. S’incammina con i partigiani nel bosco e dopo un po’ vede un leprotto che fugge, e gli spara centrandolo in pieno. Gli ordinano di non sparare, perché le cartucce servono per la guerra ma dopo un’ora di cammino il giovinetto spara di nuovo, questa volta alle pernici. Il capo s’infuria e gli fa togliere il fucile.
Arrivano in una baita da pastori, dove trascorrono la notte. Alle prime luci dell’alba il ragazzo si sveglia e, mentre gli altri ancora dormono, prende il fucile più bello, si riempie il tascapane di caricatori ed esce. Comincia a sparare un po’ a tutto, uccelli, ghiri, funghi, lucertole, lumache, rane. All’improvviso vede dei militari in divisa che gli vengono incontro con le armi spianate. Mira a un bottone d’oro sul petto di un militare. Sente l’urlo del soldato colpito e gli spari che gli fischiano sopra la testa. Si nasconde dietro un mucchio di pietrame sul lato della strada. Il mucchio di pietre è abbastanza lungo e può strisciare rapidamente da una parte all’altra, far capolino di colpo, e sparare a un gallone o a una mostrina. Sente delle raffiche alle sue spalle: sono i partigiani arrivati di corsa che sparano ai militari.
Il ragazzo vede un militare fuggire e gli spara, ma colpisce la cassa del fucile. Il militare non riesce più a ricaricare l’arma, la butta a terra e continua a correre. Lui lo insegue, e prova a colpirlo diverse volte, ma non ci riesce. Il soldato si nasconde rannicchiandosi dietro una grossa pietra. Non ha più il fucile, ma ha ancora delle bombe a mano. Nel frattempo il ragazzino comincia a sparare su ogni uccello che passa, centrandoli sempre con grande precisione. Il soldato prova a lanciare una granata in direzione del suo persecutore, ma lui la fa esplodere a metà parabola con una fucilata.
Il soldato vede nel cielo un corvo che gira lentamente. Si aspetta che il giovinetto gli spari, ma invece questo comincia a tirare alle pigne. L’uccello si abbassa sempre di più, ma il ragazzo continua a ignorarlo. Possibile che non riesca a vederlo? Il militare spazientito si alza in piedi e urla qualcosa nella sua lingua indicando l’uccello nero con il dito. Un proiettile lo trafigge proprio nel punto in cui sulla sua giubba è ricamata un’aquila con le ali spiegate.
Il corvo continua ad abbassarsi lentamente a giri.