Il matrimonio a sorpresa

Don Abbondio, ansioso di ricevere i suoi soldi, nonostante l’ora tarda, accetta di ricevere Tonio e suo fratello. Quando Perpetua scende per far entrare i due uomini, trova sull’uscio  anche Agnese che la saluta. La domestica invita i due uomini a entrare, per poi intrattenersi con Agnese che la distrae con alcuni pettegolezzi.

Renzo e Lucia riescono a intrufolarsi in casa e insieme ai due fratelli salgono silenziosamente le scale per raggiungere don Abbondio. Renzo fa appena in tempo a pronunciare la formula di rito, ma Lucia viene bloccata dal gesto fulmineo del curato, che gli lancia un panno sulla testa e glielo preme sul viso. Poi lascia cadere la lanterna lasciando tutti quanti al buio e sgaiattola in un’altra stanza, dove si affaccia alla finestra e comincia a urlare.

Il sagrestano allarmato dalla richiesta di soccorso del curato corre a suonare le campane. Molti abitanti del paese si svegliano, afferrano schioppi e forconi e corrono verso la chiesa.

 

I bravi entrano in casa di Lucia

Nel frattempo i bravi entrano in casa di Agnese e Lucia ma non trovano nessuno. Il Griso pensa che qualcuno abbia fatto la spia.

Due bravi rimasti di guardia sull’uscio di casa sentono dei passi avvicinarsi. Si tratta di Menico di ritorno dal convento, dove padre Cristoforo gli ha detto di avvisare immediatamente Lucia del piano di rapimento di don Rodrigo e di rifugiarsi al convento. Menico viene bloccato dai bravi che lo minacciano con un coltello per spaventarlo. In quel preciso momento si sentono i rintocchi delle campane, i bravi rimangono sconcertati e Menico ne approfitta per scappare. Il Griso esce di casa, rimette in ordine i suoi uomini disorientati dall’improvviso scampanio, e insieme si allontanano dal paese.

Perpetua sta ancora discutendo con Agnese, quando sente le urla di don Abbondio.  Corre subito in casa del curato nonostante Agnese tenti di trattenerla. Proprio in quel momento escono di corsa Renzo e tutti gli altri, mentre inizia lo scampanio. Tonio e Gervaso si allontanano rapidamente, Perpetua sale velocemente le scale, Renzo dice ad Agnese e Lucia di tornare subito a casa. Ma in quel momento arriva Menico che li avvisa dei bravi in casa e della raccomandazione di padre Cristoforo a rifugiarsi nel convento.

I quattro si allontanano di corsa e si dirigono verso il convento di Pescarenico, tagliando per i campi.

 

La folla accorre in aiuto di don Abbondio.

Intanto una folla di paesani si è raccolta davanti alla casa del curato. Don Abbondio si affaccia alla finestra e tranquillizza i soccorritori accorsi dicendo che degli uomini si erano intrufolati in casa ma poi sono fuggiti, e chiede loro di ritornare a casa.

La folla sta per disperdersi quando un uomo arriva di corsa e, respirando affannosamente, avvisa di aver visto i bravi in casa di Agnese. La folla si dirige subito sul luogo dove si accorgono della porta aperta e dei chiavistelli forzati. Viene fatta la proposta di inseguire i rapitori ma si sparge la voce che le due donne sono in salvo in una casa vicina. Tutti preferiscono credere a questa voce, anche se non si sa bene da dove provenga, e se ne ritornano a casa.

Il giorno dopo il console del paese viene minacciato da due bravi, che gli impongono di non riferire al podestà quanto accaduto, se non vuole rischiare la propria vita.

 

Renzo, Lucia e Agnese al convento.

Renzo e Lucia insieme ad Agnese e Menico si allontanano finché raggiungono un campo isolato. Menico racconta dell’avvertimento di padre Cristoforo e di quanto successo a casa delle due donne. Agnese e Renzo regalano dei soldi al ragazzino, per il suo servizio e il pericolo corso e lo invitano a ritornare a casa.

I tre proseguono finché raggiungono il convento, dove trovano padre Cristoforo che si rallegra di vederli. Il frate dice che il paese non è un posto sicuro, e promette loro di trovare un rifugio. Le due donne dovranno recarsi a Monza con una lettera da presentare al padre guardiano del convento dei cappuccini, che provvederà a sistemarle.

Renzo invece dovrà recarsi a Milano, presso il convento di Porta Orientale, e presentare una lettera a padre Bonaventura da Lodi, che gli troverà un lavoro. Sulla riva del lago troveranno un barcaiolo, che a una parola d’ordine convenuta, li trasporterà sulla riva opposta. Qui li attenderà un calesse che li condurrà a Monza. Renzo e Agnese consegnano le chiavi di casa a padre Cristoforo e lasciano il convento.

I tre si incamminano verso la riva del lago dove trovano il barcaiolo che li fa salire per condurli alla riva opposta. Durante il tragitto in barca Lucia vede da lontano tutti i luoghi a lei familiari e si lascia prendere dalla commozione. Piangendo in silenzio dice addio al suo paese natio.

 

 


ARTICOLI CORRELATI: