Gertrude invoca il perdono del padre
Quando il principe legge la lettera si accorge del momento di particolare debolezza di sua figlia, e decide di approfittarne per piegarla alla sua volontà. La fa convocare e, dopo averla duramente rimproverata, si dichiara disposto a concederle il perdono, a condizione che la ragazza dimostri di meritarlo. Lei pronuncia un timido “Si!” per manifestare la sua volontà a farsi perdonare. Il padre però, in modo ingannevole, trasforma questo vago assenso in una espressa volontà a prendere i voti.
Fa chiamare sua moglie e il primogenito per metterli subito al corrente della decisione della figlia. I due familiari, quando apprendono la notizia, si complimentano e abbracciano la ragazza. Il principe orgogliosamente comincia a parlare del futuro della figlia come badessa del monastero e si mostra particolarmente ben disposto e affettuoso nei suoi confronti.
Gertrude decide di entrare in convento
Nei momenti che seguono, Gertrude è frastornata e combattuta. Da un lato non ha intenzione di passare la sua vita in un grigio convento, dall’altro ha paura delle ritorsioni della famiglia e non ha il coraggio di ribellarsi.
Subisce passivamente tutti gli eventi che la conducono a prendere i voti: incontra la badessa per chiederle di essere ammessa in convento, supera l’esame con il vicario, riceve le visite di parenti amici venuti a complimentarsi per la sua decisione, e sceglie lei stessa la “madrina”, cioè la dama prescelta ad accompagnarla a visitare i luoghi più belli, prima di abbandonare la vita mondana.
Non riesce a sopportare la sua condizione e chiede di entrare in convento il prima possibile. Trascorsi i dodici mesi di noviziato, pronuncia solennemente i voti diventando monaca a tutti gli effetti.
Nel monastero Gertrude non riesce a trovare pace e manifesta il suo profondo odio per la vita monastica. A volte maltratta le educande, altre volte sbeffeggia sguaiatamente le sue consorelle.
La relazione con Egidio e l’omicidio della conversa[1]
Un giorno conosce un giovane scriteriato, di nome Egidio, che vive in una casa adiacente al convento. Tra i due inizia una relazione segreta e per un po’ di tempo Gertrude appare come addolcita da questa nuova condizione. Ma ben presto ritorna ad essere la donna bisbetica di prima, con le solite imprecazioni contro la vita claustrale.
Un giorno ha una discussione molto accesa con una conversa e la maltratta oltre misura. Quest’ultima perde la pazienza e le fa intendere che sa della sua relazione clandestina e che, al momento opportuno, avrebbe parlato.
Qualche giorno dopo la conversa sparisce e nessuno ne ha più notizia. Le ricerche fatte a Monza e dintorni, in particolar modo a Meda, il suo paese natio, non danno alcun risultato. Infine si sparge la voce che fosse scappata in Olanda e la faccenda viene considerata chiusa.
Gertrude però continua ad essere ossessionata dal pensiero della povera conversa, perché sa che è morta e sepolta nelle vicinanze.[2]
Gertrude è ben disposta ad aiutare Lucia e Agnese.
Quando Agnese e Lucia incontrano la monaca, è passato un anno da quel terribile evento. Nel colloquio privato che avviene fra Gertrude e Lucia, la monaca pone molte domande sulla persecuzione di don Rodrigo. Sembra quasi divertita dal ribrezzo che la ragazza prova nei confronti del signorotto, e chiede dettagli che spesso la mettono in imbarazzo.
Non appena Lucia raggiunge sua madre, le riferisce di quello strano interrogatorio e Agnese le spiega di non fare troppo caso, poiché i signori, chi più chi meno, sono tutti un po’ matti.
Comunque Gertrude avverte nei confronti di Lucia una sincera propensione a proteggerla, e per questo dispone che lei e sua madre siano alloggiate nella casa della fattoressa attinente al chiostro e trattate come addette al servizio del monastero.
Nel frattempo don Rodrigo aspetta notizie sul tentativo di rapimento di Lucia.
[1] conversa: suora laica addetta ai servizi nel convento.
[2] omicidio della conversa: nel libro l’autore non dice quasi nulla riguardo l’omicidio della conversa. Lascia solo intendere che Gertrude sa della sua morte e che il corpo è stata sepolto nelle vicinanze. Nella prima stesura del libro, intitolata «Fermo e Lucia» invece compare un lungo passaggio che racconta nei dettagli l’avvenimento. L’omicidio viene architettato da Egidio e il suo piano è condiviso con Gertrude e due suore che l’assistono. È proprio una di queste ultime a compiere materialmente l’omicidio, colpendo violentemente la testa con uno sgabello, mentre Egidio si occupa di traportare il corpo e seppellirlo in una cantina della sua casa adiacente al monastero. Gertrude, anche se ha dato il suo consenso, non partecipa attivamente al delitto, ma rimane tutto il tempo rannicchiata nella sua stanza, in preda al terrore.