Il castello dell’Innominato.
Il castello dell’Innominato si trova al confine fra lo stato di Milano e del Bergamasco, in un luogo piuttosto impervio, difficilmente accessibile. Si trova in cima ad un colle che sovrasta una valle, circondato da dirupi scoscesi, e raggiungibile solo attraverso una tortuosa e ripida stradina. È impossibile arrivarci senza essere visti dalle sentinelle, e per questo motivo nessuno osa avventurarsi in quel luogo, ad eccezione degli amici e degli uomini dell’innominato.
Don Rodrigo insieme ai suoi bravi risale la stradina fino a raggiungere un’osteria chiamata “Malanotte”, che funge anche come corpo di guardia. I bravi presenti nell’osteria riconoscono don Rodrigo e gli consentono il passaggio. Il signorotto e il Griso lasciano le loro armi, e si incamminano disarmati verso la fortezza. Sono presto raggiunti da un bravo che li accompagna e una volta raggiunta la meta, il Griso rimane all’esterno mentre don Rodrigo viene introdotto nel castello e accompagnato fino ad una stanza dove lo attende l’Innominato.
Don Rodrigo chiede l’aiuto dell’innominato.
È un uomo di sessant’anni, alto, calvo e con pochi capelli bianchi, con un viso rugoso che mostra più della sua vera età, ma con una durezza e un vigore degni un uomo giovane.
Don Rodrigo gli dice di aver bisogno del suo aiuto, e inizia a raccontargli la storia e di quanto sia difficile per lui riuscire a rapire Lucia, che vive protetta nel convento di Monza. L’innominato sente il nome di padre Cristoforo, che conosce per la sua fama di nemico dei tiranno, e quindi odia a morte solo per questo. Inoltre conosce Egidio, l’amante di Geltrude, che è un suo complice e che gli permetterà di rapire facilmente Lucia.
Pertanto, senza dilungarsi troppo, l’innominato liquida sbrigativamente don Rodrigo con la promessa di aiutarlo nella sua impresa.
Tuttavia, non appena rimane da solo, si pente di aver accettato quell’incarico. Da un po’ di tempo, l’uomo è tormentato dal pensiero delle sue malefatte, e pensa spesso ai numerosi crimini, con un certo orrore che in qualche modo viene esasperato dal pensiero della vecchiaia e della morte che si avvicina.
L’innominato progetta di rapire Lucia
Comunque, ormai l’incarico è stato accettato, e per chiudere la questione al più presto, fa chiamare il suo uomo più fidato, il Nibbio, e lo invia a Monza per riferire a Egidio di organizzare un piano per sequestrare Lucia.
Il Nibbio ritorna da Monza e riferisce del piano di Egidio e poi riparte insieme ad altri bravi con una carrozza per trasportare Lucia una volta rapita.
Egidio conta di far leva su Gertrude per poter rapire Lucia. La monaca inizialmente trova le richieste di Egidio inaccettabili, ma alla fine, pur con orrore, finisce per obbedire e tradisce Lucia.
Un giorno stabilito Gertrude si ritira nel parlatorio con Lucia, alla quale dice di aver bisogno di un servizio, cioè portare segretamente un messaggio al padre guardiano del convento dei cappuccini. Lucia è atterrita all’idea di uscire dal convento, ma Gertrude la rassicura, dicendo che non c’è nessun pericolo, si tratta solo di pochi passi lungo una strada conosciuta in pieno giorno.
Lucia alla fine si lascia convincere dalla monaca, che le raccomanda di uscire dal convento senza farsi vedere.
Lucia viene rapita dai bravi
La giovane lascia il convento e riesce senza difficoltà ad arrivare fino alla strada maestra che conduce al convento dei cappuccini. Ad un certo punto del percorso vede una carrozza ferma, con due viaggiatori accanto che sembrano intenti a cercare la strada. Quando Lucia si avvicina, uno dei viaggiatori finge di chiedere delle indicazioni sulla strada per Monza. Lucia comincia a spiegare ma all’improvviso l’altro viaggiatore, che è il Nibbio, la afferra per la vita, sollevandola da terra, e la spinge a forza nella carrozza. Qui la costringono a sedere e un bravo le mette un fazzoletto alla bocca per non farla urlare, mentre la carrozza riparte a tutta velocità.
Lucia in preda al terrore, cerca di divincolarsi, ma i bravi la trattengono con forza e le premono il fazzoletto sulla bocca, finché, sopraffatta da quella situazione angosciante, la giovane perde i sensi.
Quando si risveglia prova nuovamente a reagire, e il Nibbio cerca di tranquillizzarla parlando con voce calma e assicurandole che non le verrà fatto alcun male. La giovane in lacrime esorta i suoi rapitori a lasciarla andare , e fra suppliche e nuovi svenimenti, il suo tormentoso viaggio dura più di quattro ore.
Nel frattempo l’innominato attente con una certa ansia l’arrivo della carrozza. Per la prima volta in vita sua, l’idea di aver fatto rapire una povera contadina, gli provoca una sensazione di orrore.
Quando da una finestra del suo castello vede in lontananza spuntare la carrozza, fa chiamare una sua vecchia serva e le ordina di andare fino all’osteria, a prendere Lucia e farla condurre con una portantina in una camera del castello e cercare di rincuorarla e alleviare le sue sofferenze.