«I sette messaggeri» è un racconto di Dino Buzzati che fa parte della raccolta «Sessanta racconti», pubblicato nel 1958
All’età di poco più di trent’anni, il figlio del re parte per esplorare il regno. Per essere continuamente informato su ciò che succede in città porta con sé sette messaggeri, scelti fra i migliori cavalieri. Per distinguerli li ha chiamati con nomi alfabeticamente progressivi: Alessandro, Bartolomeo, Caio, Domenico, Ettore, Federico, Gregorio.
Il secondo giorno di viaggio, fa partire il primo messaggero, e poi ogni giorno un altro. All’ottavo giorno, quando parte l’ultimo messaggero, il primo non è ancora tornato. Il figlio del re lo vede arrivare al decimo giorno. Ben presto si rende conto che il tempo che passa dalla partenza di un messaggero fino al suo ritorno è pari a cinque volte il numero di giorni fino a quel momento impiegati.
Con l’aumentare della distanza, il tempo di ritorno dei messaggeri diventa sempre più lungo e le notizie della città sempre più deboli. Arrivano lettere sgualcite e macchiate di umido, per le notti trascorse all’aperto. Dopo quattro anni di viaggio, tra l’arrivo di un messaggero e un altro passano circa venti mesi. Portano lettere ingiallite dal tempo, dove legge nomi dimenticati, modi di dire insoliti e sentimenti che non riesce più a comprendere.
Quando sono trascorsi otto anni, una sera arriva Domenico, che non vede da sette anni. Per tutto questo periodo non ha fatto altro che correre, attraverso praterie, boschi e deserti, per portargli quel pacco di lettere, che ora non ha voglia di aprire. Riesce ancora a sorridere, anche se stravolto dalla fatica. Ripartirà domani all’alba, per l’ultima volta. Ha calcolato che, se tutto andrà bene, potrà rivedere Domenico dopo trentaquattro anni. Ma si sente stanco e ha il presentimento che morirà molto prima.
I messaggi più recenti gli hanno fatto sapere che molte cose sono cambiate: il padre è morto, la Corona è passata al fratello maggiore, la gente lo considera perduto, hanno costruito alti palazzi di pietra dove prima c’erano le querce sotto cui andava a giocare da bambino.
Il messaggero successivo, Ettore, lo raggiungerà dopo un anno e otto mesi. Non partirà più perché non farebbe in tempo a ritornare. Per questo Ettore e gli altri messaggeri, quando lo raggiungeranno, verranno mandati avanti per riferirgli ciò a cui va incontro..
Da un po’ di tempo non rimpiange più le gioie lasciate, ma pensa solo alle terre ignote verso cui si sta dirigendo. Riprenderà il viaggio l’indomani, mentre Domenico scomparirà nella direzione opposta, per portare alla città lontanissima il suo inutile messaggio.