Qualcosa era successo è un racconto di Dino Buzzati contenuto nella raccolta 60 racconti, pubblicata nel 1958.

 

Riassunto

Il protagonista è il passeggero di un treno che viaggia dal sud dell’Italia verso Milano. Pochi minuti dopo la partenza, il passeggero rimane colpito da una scena osservata dal treno in corsa solo per qualche istante: vede una ragazza ad un passaggio a livello che guarda il treno, ma improvvisamente si volta per le urla di un uomo che corre verso di lei, come per avvisarla di un pericolo. Incuriosito da quella circostanza, si chiede cosa abbia potuto provocare una tale agitazione, ma non ci pensa più di tanto.

Dopo qualche minuto un’altra rapida scena attira la sua attenzione: un contadino in piedi su un muretto, con le mani ai lati della bocca, chiama verso la campagna e sei o sette persone, da diverse direzioni, corrono freneticamente verso di lui.

Questa volta il protagonista avverte un senso di inquietudine. Trova strano che in pochi chilometri si sono verificati già due casi di gente che riceve un’improvvisa notizia. Suggestionato da quel pensiero comincia a scrutare con attenzione la campagna e ha l’impressione che vi sia una inconsueta animazione, un andirivieni di gente, carri, bestiame.

Allora mette in relazione la donna del passaggio a livello, il contadino sul muretto, il via vai delle persone e conclude che deve essere successo qualche cosa di grosso, ma sul treno ancora non ne sanno niente. Guarda gli altri passeggeri e sembrano tutti tranquilli. Oppure anche loro sospettano? Gli sembra che di tanto in tanto guardino furtivamente fuori dal finestrino. Ma di cosa hanno paura?

Quando il treno passa a Napoli senza fermarsi, ha l’impressione di vedere attraverso le finestre delle case, uomini e donne intenti a preparare le valige. O forse sono solo fantasie? Se ci fosse un pericolo avrebbero dovuto fermare il treno, invece tutto sembra tranquillo. Un giovane vicino a lui si alza per sgranchirsi le gambe, ma è solo una scusa per avvicinarsi al finestrino e guardare meglio.

Sulle strade gente a piedi, camion, in lunghe carovane si dirigono in direzione opposta al treno. Fuggono il pericolo mentre il treno gli va direttamente incontro, verso la guerra, la rivoluzione, la pestilenza, il fuoco, o chissà cosa. Sul treno nessuno dice niente, forse tutti dubitano ma nessuno vuol essere il primo a rompere il silenzio sul sospetto di un’imminente catastrofe.

Il treno rallenta mentre entra nella stazione di un’altra città. Un ragazzino con un pacco di giornali prova a rincorrere il treno, sventolandone uno con un gran titolo in prima pagina. La signora accanto si sporge dal finestrino per prendere il giornale, ma il vento glielo strappa via e gli rimane solo un brandello. Del titolo rimangono solo le quattro lettere finali: IONE. Mentre intere popolazioni scappano in direzione opposta, il treno corre verso qualcosa di spaventoso, catastrofico il cui nome finisce per IONE.

È notte quando si cominciano a vedere le luci della sua città. Sembra tutto normale, ma quando il direttissimo entra nella stazione il protagonista si accorge con orrore che questa è completamente vuota. Scende dal treno e insieme agli altri si dirige velocemente verso l’uscita senza incontrare nessuno. In una angolo in fondo gli sembra di scorgere la sagoma di un ferroviere che si eclissa attraverso una porta come terrorizzato.

All’improvviso l’urlo fortissimo di una donna che chiede aiuto riecheggia nella stazione, con la stessa sonorità dei luoghi abbandonati.

 

 

 

 


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